Cronaca locale

Sedriano, primo comune lombardo sciolto per legami con la 'ndrangheta

Salta il sindaco Alfredo Celeste, indagato per corruzione nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell’ex assessore regionale Zambetti

Per la prima volta un Comune della Lombardia è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Si tratta di Sedriano, paesino alle porte di Milano di poco più di 10mila abitanti. Ieri sera il Consiglio dei ministri ha deciso sciogliere il consiglio comunale. "Al fine di consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali, nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata - spiega il comunicato diffuso da Palazzo Chigi -, il Consiglio ha deliberato, su proposta del ministro dell’Interno, lo scioglimento dei Consigli comunali di Sedriano (Milano) e di Cirò (Crotone)".

Lo scioglimento per infiltrazione mafiosa è stato disposto da un decreto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, su proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano. A questo punto, perché il provvedimento diventi effettivo, serve l’atto del Quirinale che, secondo voci vicine al Colle, dovrebbe arrivare in tempi stretti. Lo scioglimento del consiglio comunale di Sedriano mette la parola "fine" al mandato del sindaco pidiellino Alfredo Celeste che, eletto nel 2009, risulta essere indagato per corruzione nell'inchiesta sul voto di scambio che, tra gli altri, ha portato all'arresto dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti. Secondo la procura, il primo cittadino di Sedriano avrebbe fatto gli interessi di due imprenditori legati alla 'ndrangheta: Eugenio Costantino, titolare di un compro oro legato al clan Di Grillo-Mancuso, e il chirurgo Silvio Marco Scalambra, titolare di cooperative. I due sono padre e marito di due consigliere di maggioranza: Teresa Costantino e Silvia Fagnani.

Come ricorda anche il Corriere della Sera, il sessantenne Celeste, insegnante di religione eletto nelle file del Pdl di cui è stato anche vice coordinatore provinciale, era stato arrestato nell’ottobre del 2012 insieme a Domenico Zambetti, Eugenio Costantino e Marco Scalambra. Dopo tre mesi di arresti domiciliari, durante i quali si è sempre proclamato innocente, a gennaio è tornato a governare il Comune. Nei giorni scorsi, il pm Alessandra Dolci aveva chiesto che fosse sottoposto alla sorveglianza speciale, ma il Tribunale aveva aggiornato l’udienza al 27 novembre.

Entro la fine di ottobre, invece, si attende la decisione del gup che stabilirà se rinviare a giudizio Celeste o archiviare la posizione.

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