«Sei la mia Beatrice, il mio angelo custode». Questo si era messo in testa Giancarlo R. e da due anni perseguitava la badante dell'anziana madre. Una volta le mogli dovevano stare attente a chi assumere nelle vesti di baby sitter dei figli, ora sono le madri che devono fare attenzione ai figli prima di scegliere una badante, perché rischiano di scatenare una commedia per niente divina.
In nome della dantesca Beatrice il cinquantunenne di Pogliano Milanese, con precedenti per furto e un passato in una comunità di recupero, ha sottoposto una donna di 44 anni dell'Equador a due anni di stalking. La perseguitata «Bea» era stata assunta come badante nel 2011, mentre Giancarlo R. si trovava in comunità. Quando nel 2013 l'uomo rientra a casa invece del Paradiso comincia l'Inferno. La donna, sposata, per sfuggire al pressing dell'uomo lascia il lavoro, cambia il numero di cellulare e l'indirizzo di casa.
Giancarlo riesce a rintracciare la sua «Bice» e prosegue il suo «canto» inutile e molesto per ben due anni. Si fa trovare per strada, citofona, chiama insistentemente. L'11 agosto l'ecuadoriana decide di cambiare musica: apre il Purgatorio. Presenta denuncia ai carabinieri di Lainate che in venti giorni beccano l'uomo ben otto volte nel cortile della sua vittima mentre declama il nome letterario che le ha attribuito. Anche in Purgatorio Giancarlo R.
non smette di vedere in quella donna che accudiva la madre anziana la mitica Beatrice Portinari, che fece invaghire Dante al punto di ispirargli la Commedia Divina. Mentre lo portano via chiede agli agenti: «Ora quando potrò rivedere la mia Beatrice, il mio angelo?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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