Sel contro gli sponsor, almeno alcuni. Il vendoliano Luca Gibillini, consigliere comunale, critica su Facebook l'aggiudicazione del bando per la sponsorizzazione della fermata di M5 San Siro che si chiamerà «San Siro Mediaset Premium».
«Ho capito che sono sempre soldi che arrivano nelle casse pubbliche. Ho capito che c'è stato un bando pubblico - scrive - Ho capito che il privato e il pubblico etc, etc. Ho capito tutto, ma resta il fatto che la nuova fermata di San Siro si chiamerà San Siro Mediaset Premium. Non è che mi piaccia moltissimo». Seguono a ruota una sessantina di commenti di «amici» di Gibillini sullo stesso tenore, se non addirittura più spregiudicati. Ad accomunarli, oltre al livore vetero comunista verso Berlusconi e tutto ciò che lo rappresenta, toni che in alcuni casi arrivano a sfiorare il ridicolo. «A sto punto perché non San Silvio Mediaset premium?» chiede polemica Favilla. «Che porcheria» risponde Giancarlo. «Non siamo qui per vendere l'anima al diavolo» pontifica Caterina. «Non si svende la dignità di Milano» rincara la dose Francesca. C'è chi ricorda il precedente di Madrid, dove le stazioni del metrò sono sponsorizzate da anni. «Allora domani cosa farete? Vendendo tutti i pali della luce in Darsena vestiti da Vodafone» replica polemica ancora Francesca.
I fatti. Il Comune ad agosto aveva affidato alla società M5, concessionaria della metro lilla, l'incarico di individuare soggetti interessati alla sponsorizzazione finanziaria mediante l'affiancamento di nome, logo o marchio, alla denominazione del metrò o delle sue stazioni. La candidatura di Mediaset Premium, che ha partecipato all'avviso pubblico gestito da M5 - spiegano da Palazzo Marino - è risultata avere i requisiti richiesti e ha quindi ottenuto il via libera. La società verserà a M5 un corrispettivo di 180mila euro, più Iva. Il contratto avrà durata di 12 mesi da maggio, con possibilità di rinnovo. «Con questo sistema di finanziamento privato - sottolinea l'assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran - recuperiamo risorse importanti che verranno destinate al trasporto pubblico, senza dover ricorrere alle casse comunali».
Ma Gibillini criticava aspramente i suoi concittadini e una parte dei suoi, o meglio alcuni consiglieri di Zona 8 di maggioranza (Enrico Fedrighini dei Verdi e Alessandro Bescapé della Federazione per la sinistra) - «alcuni consiglieri si sono comportati in modo provinciale» - per aver sostenuto i cittadini nella loro battaglia contro City Sound, il festival di musica elettronica che quest'anno avrebbe dovuto tenersi al Monte Stella. E che alla fine è stato cancellato: troppi pasticci burocratici, ma soprattutto troppi contrari alla decisione della giunta di concedere la nuova location. «Il City Sound non si farà. Hanno vinto i membri del comitato del no. Ha perso la città che non ospiterà nel 2015 una grande rassegna di musica internazionale - scrive - La partecipazione, questa volta, si è declinata come il potere di veto da parte di pochi residenti. E le decine di migliaia di persone che avrebbero beneficiato di musica, cultura, ma anche lavoro ed indotto hanno perso, perché senza voce. E credo che abbia perso anche Milano, su questa partita». Forse Gibillini non si è accorto del «piano B» che garantirà almeno in parte di recuperare artisti, turisti e visibilità per la città. Se al momento sono due i nomi ufficiali - i Toto e l'Holy dance festival - migrati dal cartellone di Citysound a quello dell'Estathé market sound ai Mercati generali -, sembra che gli artisti pronti a firmare con il nuovo operatore siano molti.
Le nuove stazioni della M5, la lilla che saranno inaugurate lunedì, da Bignami Parco Nord a San Siro Stadio
le nuove stazioni che saranno aperte a fine ottobre: Monumentale, Cenisio, Gerusalemme, Tre Torri e Portello
euro l'anno più Iva. I soldi che Mediaset Premium darà a M5 per la sponsorizzazione della fermata
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