Sempre più morti sulle strade «Inutile il limite di 30 all'ora»

Calano gli incidenti stradali, ma crescono le vittime fra pedoni e ciclisti. Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio Utenze Deboli sull'intero territorio del Comune sono diminuiti dell'8% gli incidenti nel 2012 rispetto al 2011, (da 11.484 a 10.576) e del 9% quelli con feriti, passati da 15.465 a 14.062. Nonostante ciò sono 6 le persone in più che hanno perso la vita nel 2012. Secondo l'indagine la prima causa di decesso sarebbe la velocità: un incidente a 30 km/h ridurrebbe il rischio di impatto letale, portandolo vicino allo zero, mentre a 50 km/h le condizioni di rischio cambierebbero e la mortalità salirebbe al 50%. Così l'assessore alla Mobilità di Palazzo Marino Pierfrancesco Maran - «I dati dimostrano una volta di più che il nemico numero uno di pedoni e ciclisti è la velocità: appare dunque più che mai urgente la trasformazione dei centri cittadini in zone a 30 chilometri orari» - di parere opposto gli addetti ai lavori. «Una sciocchezza» replicano i vigili. Ed è subito polemica.
«La prima causa degli incidenti stradali è la disattenzione, ovvero la guida con il telefono, - spiega Daniele Vincini segretario regionale Sulpm - e l'alterazione, ovvero l'eccesso di alcol o droghe. Il 50% degli incidenti di sera è dovuto all'ebbrezza. Non è abbassando i limiti di velocità che si risolver il problema, anzi. In viale Scarampo e in Novara, per esempio, arterie a tre corsie di marcia, è stato un errore abbassare il limite da 70 km/h a 50 e “farlo rispettare” con gli autovelox, è solo un modo spicciolo di fare cassa. Imporre i 30 all'ora in città non può funzionare, anzi. Rallentare il traffico, per giunta, alza i livelli di smog». La velocità non gioca nessun ruolo, dunque? No, incide sui danni, ovvero amplifica gli effetti del danno conseguente l'incidente, ma non ne è la causa.
E dire che il Comune sta lavorando per implementare le zone 30: oltre alle due già istituite (Melzo e Lazzaretto) «se ne aggiungeranno altre nel 2014 come Figino, Solari-Tortona e Muratori», annuncia Maran.
Per quanto riguarda le utenze deboli vanno tutelate con piste ciclabili separate e attraversamenti protetti da semafori nelle arterie principali. «Perché non si fa una mappa delle vie ad alto scorrimento dove gli attraversamenti non sono protetti da semafori? - si chiede ancora Vincini - solo così si possono evitare gli incidenti. Un esempio? Sempione - Certosa, via Lorenteggio».

Stesso discorso per i ciclisti: finché le piste verranno ricavate disegnando una riga per terra gli utenti non saranno al sicuro. Servono percorsi separati e protetti e una limitazione alla circolazione dei mezzi pesanti».

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