Senza un nome e le alleanze al Pd non resta che "gudare"

Il sindaco: "Un centrodestra cosi diviso può favorirci". Oggi Renzi a Milano, qui il Terzo polo ha preso il 16%.

Senza un nome e le alleanze al Pd non resta che "gudare"

Senza nome, senza uno straccio di idea sulle alleanze (M5S, Terzo Polo?) e già spaccati nel derby tra favorevoli e contrari alle primarie. Mancano cinque mesi al voto e ai colonnelli locali del Pd non rimane che appigliarsi alla speranza che Letizia Moratti scenda in campo contro il governatore Attilio Fontana perchè solo in questo caso forse - forse - potrebbero giocarsela alle Regionali del 2023. «Dopo il voto di domenica si va delineando sempre più la spaccatura profonda che divide il centrodestra lombardo - vaneggia il segretario lombardo dem Vicinio Peluffo -. É tempo di un'alternativa rappresentata da tutte quelle forze che in questi anni, con grande determinazione, hanno combattuto in Consiglio la giunta Fontana. Il Pd è pronto già da oggi, con tutti quanti credono in questo cambiamento, nella costruzione di una proposta credibile». Se è automatico che il segretario leghista Fabrizio Cecchetti inviti Peluffo a riflettere sui propri guai, anche il sindaco Beppe Sala ieri ha ricordato che i lombardi domenica scorsa alle Politiche hanno assegnato oltre il 50% de voti al centrodestra, «loro hanno vinto prendendo un po' meno dei voti del 2018, quelli che sono mancati completamente siamo stati noi, il centrosinistra. Quindi prima di criticare gli altri è meglio criticare se stessi». In Regione «è evidente che ormai da alcuni mesi si respira un'aria di non sintonia tra le componenti del centrodestra - ha sostenuto - e guardiamo con attenzione quello che succederà perché le Regionali sono dietro l'angolo. Il centrosinistra dovrà impegnarsi» a trovare il nome «in tempi brevi e devo ancora capire quanto saranno compatibili con le tempistiche che sta dando Letta per la nuova segreteria». La lite Fontana-Moratti «potrebbe anche spaccare il campo del centrodestra e favorire un nostro candidato». Sala sottolinea di conoscere «bene Moratti e la sua determinazione, sento parlare la Lega per ora ma non escluderei che stesse dialogando con altre componenti della coalizione». É freddo sull'ipotesi di primarie per il nome («bisogna capire tempi e modalità») e chiarisce che in vista del congresso Pd per il dopo Letta guarderà «da esterno dando un contributo di idee ma non ho la tessera e non ho mai votato alle primarie»).
Il portavoce regionale M5S Dario Violi avverte il Pd che «sentire parlare ogni giorno di primarie, che appaiono più come regolamenti di conti interni a un partito che non un vero esercizio di democrazia, nn ci interessa. Se mancheranno le condizioni per creare insieme alle altre forze d'opposizione un'alternativa ci presenteremo da soli». Tra i due litiganti c'è il Terzo Polo, che a livello nazionale si è fermato al 7,75% ma a Milano è arrivato al 16.

Oggi al Superstudio di via Tortona il leader di IV Matteo renzi arriva a «ringraziare» i milanesi: «Il progetto con Calenda e gli amici di Azione va avanti». E nelle prossime ore si capirà se gli ammiccamenti a Moratti continuano.

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