Alberto Giannoni
«Lasciate che ricordino Sergio». Oltre sessanta tra parlamentari, eurodeputati, e consiglieri regionali, comunali e municipali, hanno firmato un appello al prefetto, al questore e al sindaco di Milano, chiedendo che «non si vieti con motivazioni prive di reale necessità» il corteo per commemorare Sergio Ramelli, il giovane ucciso a Milano 44 anni fa. Era il 29 aprile 1975, e 48 giorni dopo essere stato brutalmente aggredito a colpi di chiave inglese da militanti di Avanguardia Operaia, finì l'agonia del giovane militante del Fronte della Gioventù.
Da allora, la destra milanese il 29 aprile ricorda Ramelli ed Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del Msi che fu ucciso esattamente un anno dopo, proprio il 29 aprile, giorno in cui avrebbe partecipato alla commemorazione del giovane studente. Con loro la destra ricorda Carlo Bersani, militare decorato che aveva aderito alla Rsi e fu ucciso dai partigiani sempre il 29 aprile, ma del '45, quindi all'indomani della Liberazione. Questo ricordo di Ramelli, Pedenovi e Borsani è un caso politico, sentitissimo dai militanti del Msi, sostanzialmente osteggiato da sinistra.
Ma quest'anno arriva questa iniziativa inedita, concepita proprio nel corso delle iniziative che il 13 marzo - ricorrenza dell'aggressione - erano state dedicate a questa drammatica vicenda. I firmatari dell'appello, tra cui i vice presidenti di Camera e Senato Fabio Rampelli e Ignazio La Russa, appoggiano la richiesta avanzata da un comitato di promotori, che - si spiega (...)- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.