Seveso, ora il Comune chiede i danni

Seveso, ora il Comune chiede i danni

Il Seveso è rientrato negli argini ma anche stavolta sono bastate due ore di pioggia per provocare l'esondazione. E per paralizzare la circolazione di tutta la zona di Niguarda, dove l'acqua ha bloccato auto e mezzi pubblici. L'allarme è stato revocato mercoledì stesso, il giorno dell'emergenza, ma non si placano le polemiche tra Comune e Provincia. Palazzo Marino sta pensando di chiedere i danni, denuncia ritardi nel lanciare l'sos e critica il modo in cui è stata gestita l'emergenza. «È un fatto gravissimo che la Provincia non sia stata in grado né di intervenire né di comunicare il guasto tempestivamente» hanno protestato gli assessori comunali alla Protezione civile Marco Granelli e all'Ambiente Pierfrancesco Maran. «Già alle 14.20 il pronto intervento del servizio idrico integrato di MM aveva segnalato che a Palazzolo il livello delle acque del torrente stava aumentando, con un trend di incremento abbastanza repentino - è la ricostruzione della giornata da parte di Palazzo Marino -. Questo rendeva necessaria la chiusura preventiva delle paratie dello scolmatore di Palazzolo (Canale Scolmatore Nord Ovest), richiesta alla Provincia alle 14.25». Da Palazzo Isimbardi risponde l'assessore all'Ambiente Cristina Stancari, offesa dalle critiche gratuite. «Abbiamo iniziato a scolmare alle 14,40 perché le acque già misuravano 36 metri cubi al secondo». Per questo la Provincia definisce «scorretto» il comportamento dei colleghi del Comune. «Noi abbiamo fatto il nostro dovere» replica la Stancari. Nel battibecco interviene anche Legambiente che chiede un piano d'area regionale per decementificare l'intero bacino del Seveso, «oggi in assoluto il territorio più urbanizzato d'Italia».
Il botta e risposta istituzionale è anche l'occasione per precisare le tempistiche degli interventi anti-esondazione del Seveso. A cominciare dal canale scolmatore di Nord Ovest, i cui lavori di adeguamento cominceranno a febbraio e verranno conclusi nel giro di due anni. L'importo ammonta a 15 milioni di euro.
A far defluire le acque in eccesso del Seveso sarà anche la vasca di laminazione del Comune di Cesate: all'inizio di agosto è stato costituito l'ufficio di direzione dei lavori e di coordinamento della sicurezza. Ed entro il 2014 sarà tutto pronto, per una spesa di 1,7 milioni. Non solo. È in programma anche la manutenzione straordinaria del deviatore Olona tra Settimo Milanese e Milano: la Provincia di Milano ha stipulato un protocollo con l'agenzia interregionale del fiume Po perché parte delle acque di piena del Seveso e dell'Olona vengano fatte defluire nel Ticino e non nel deviatore Olona, a meno che la portata sia superiore a 60 mc al secondo.
Infine saranno realizzate delle vasche speciali a Senago. Già pronto lo studio di fattibilità.

In sostanza, si prevede la realizzazione di aree «ad esondazione controllata» nei campi attorno al fiume e verranno costruite vasche di laminazione che, quando non serviranno per controllare il Seveso, saranno dei «laghetti» lungo il torrente.

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