Meno di due anni fa Umberto Veronesi aveva annunciato: «È una svolta epocale». Parlava della tac spirale, il metodo più allavanguardia per diagnosticare il tumore ai polmoni: non più di sei secondi di esposizione alle radiazioni e una tecnologia in grado di scovare tumori anche di solo 0,6 millimetri. «Con questo metodo potremo salvare 6.500 vite allanno» avevano annunciato i medici dello staff di Veronesi. E ci si aspettava una rivoluzione nelle diagnosi, così come era avvenuto oltre 25 anni prima per il tumore al seno. Lefficacia della tac è fuori discussione: è infatti in grado di rilevare un tumore con una frequenza sette volte maggiore rispetto alla tradizionale radiografia del torace.
Ma a «screditare» i risultati a cui ha portato sono i chirurghi dellIstituto nazionale dei tumori. Nulla a che vedere con questioni di campanilismo tra i due ospedali oncologici di Milano. I medici dellInt si basano su una serie di studi e percentuali che, in sintesi, dimostrano unincidenza pressoché nulla dello screening di Veronesi sulla mortalità dei pazienti. Come a dire che la rivoluzione sperata non cè stata. O, per lo meno, per ora non ha dato i risultati attesi. «Leffetto preventivo e protettivo non si vede». A muovere la critica non è un medico qualunque ma è Ugo Pastorino, direttore della chirurgia toracica in via Venezian e, ai tempi, stretto collaboratore dello stesso Veronesi proprio per gli studi sullo screening al polmone nella battaglia al tumore. «Lo Ieo - sostiene ora Pastorino - non ha voluto misurare lefficacia dello screening e non cè mai stato un gruppo di controllo, solo uno studio pilota. Lo studio va ancora validato».
LIstituto dei tumori si è appoggiato allistituto Mario Negri per fare una sorta di prova del nove e, dopo un monitoraggio di 5 anni, «contrariamente a quanto previsto, non emerge nessun dato positivo sul calo della mortalità. Per di più, recentemente è stato anche pubblicato uno studio analogo da parte di un gruppo di medici svedesi: stesso risultato».
Lo staff di chirurghi dellInt rilancia sulla tac spirale targata Ieo e mette sul piatto un nuovo metodo di diagnosi, comodo e meno costoso: unanalisi del sangue per identificare i biomarcatori in circolazione nel plasma. Frammenti di acidi nucleici e proteine la cui comparsa potrebbe anticipare la diagnosi clinica di cancro polmonare e portare «a una miglior definizione della malignità dei noduli polmonari identificati con la tac». Per promuovere il nuovo metodo (e ovviamente verificare la sua efficacia sullincidenza sulla mortalità), lInt lancia il progetto BioMild e cerca 4mila pazienti volontari, tra fumatori, ex fumatori e fumatori sporadici che si sottopongano al monitoraggio. Per aderire al test è sufficiente compilare un modulo on line sul sito www.biomild.org o contattare il numero verde 800.213.601. «Da un semplice prelievo di sangue - spiegano i medici Int - possiamo formulate la diagnosi di un tumore al polmone identificato a uno stadio fino a due anni più precoce di quanto sia possibile utilizzando la tac spirale».
La tac a basso dosaggio targata Ieo tuttavia ad oggi resta lo strumento diagnostico più allavanguardia. E in ogni caso listituto di Veronesi ha da poco affinato le armi contro il tumore al polmone presentando il nuovo piano dazione per rendere sempre più precoce la diagnosi. Combinerà insieme diverse tecniche, dalla tac allesame del sangue in cerca delle «sentinelle» del cancro.
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