Ridurre i ticket sanitari. «O addirittura azzerarli entro al fine della legislatura». Seppur con le casse regionali in sofferenza, il presidente lombardo Roberto Maroni spara una promessa che fa felici i lombardi ma che spiazza, e non poco, parecchi consiglieri regionali che si chiedono: «Con che soldi?». Si vedrà in seguito come e quando far partire l'abolizione dei ticket e, se mai ciò accadrà, la Lombardia sarà l'unica regione in Italia e in Europa ad aver adottato una misura del genere. Per ora il governatore leghista corregge il super ticket sulle prestazioni di microchirurgia che erano entrati in vigore dal primo giugno. La giunta ha infatti approvato una delibera che «congela» i contributi alla fine del 2013. E che di fatto corregge il provvedimento approvato lo scorso dicembre dalla squadra di Roberto Formigoni. «Le pochissime prestazioni già prenotate saranno rimborsate - assicura Maroni precisando che il provvedimento entra subito in vigore - La sospensione costa alla Regione 1,2 milioni di euro che saranno messi a copertura con la variazione di bilancio». Chi ha pagato 66 euro di tasca propria per rimozione dei calcoli, ernia inguinale, rimozione di dispositivi ortopedici e piccole operazioni all'utero, verrà rimborsato.
Sull'annullamento del ticket si vedrà. Tutto dipende da quanti soldi rimarranno in Regione e quanti no. «Evidentemente il presidente Maroni è sicuro che il 75% delle tasse resterà davvero in regione - ipotizza il consigliere Stefano Carugo, responsabile pidiellino del dipartimento salute - Altrimenti, con le casse esangui, non vedo come sia possibile effettuare una manovra del genere». Più realisticamente il Pdl avanza una proposta per correggere il sistema dei ticket sanitari, al momento pagati dal 51% dei lombardi. L'idea è quella di rivedere le esenzioni per gli over 65. Cioè far pagare le prestazioni anche ai pensionati se superano un certo reddito. Ancora da stabilire la cifra che farà da confine tra chi dovrà contribuire alla spesa sanitaria e chi no. L'abolizione del ticket viene accolta con stupore in Regione e anche con qualche perplessità. A mettere in guardia dai rischi è Carugo: «Il ticket - spiega - è importante anche come filtro. Concedere la gratuità significa aumentare il numero degli esami e delle visite fatti in modo indiscriminato. Stabilire un tetto per le prestazioni invece evita gli eccessi e quindi gli sprechi». Quel che è certo è che i ticket saranno uno dei nodi fondamentali della riforma della sanità allo studio. A presiedere la squadra dei lavori sarà l'oncologo Umberto Veronesi. Starà a lui studiare il sistema sanitario regionale lombardo per individuare le possibili direzioni e modi di riforma. Si capirà nei prossimi mesi se la sfida no-ticket si potrà davvero vincere.
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