Chi pensa che il bello della moda siano solo vestiti e modelle (o i modelli che in questi giorni invadono passerelle, feste e vie del centro) evidentemente si sbaglia. Il bello della moda è (anche) la città. Quella Milano, per intenderci, che gli stranieri non conoscono, ma spesso nemmeno i milanesi. Quale migliore occasione della fashion week per aprire a tutti certi luoghi? Così, ieri sera è successo che l’Orto Botanico di Brera si sia trasformato in contenitore per un evento «democratico », non solo per addetti ai lavori (l’invito era scaricabile sul web). Un giardino «segreto » allestito da White (il fashion district più innovativo delle settimane della moda milanesi) per permettere a tutti di camminare tra gli ortaggi e i profumi di questo angolo nascosto ai più, e lo scenografico allestimento di Massimo Alba, che ha vestito con i capi della sua nuova collezione tanti ecologici spaventapasseri. La serata, accompagnata da un concerto degli allievi del Teatro alla Scala, è stata emozionante. Come già quella di sabato scorso, che ha visto entrare per la prima volta uno stilista a Santa Maria della Grazie per un’installazione in bilico fra moda e arte. Protagonista Antonio Marras, cui sono state aperte le porte della Sacrestia del Bramante e dei due chiostri annessi. «Abbiamo creduto giusto organizzare eventi emozionanti nella città e per la città, regalare un’esperienza ai milanesi oltre che per gli adetti ai lavori internazionali, senza però invadere luoghi storici così importanti per la nostra cultura », commenta Massimiliano Bizzi, ideatore e presidente di White. «Era la prima volta che entravo nel chiostro del Bramante e mi sono avvicinato a questo luogo sacro con rispetto», racconta Marras, che ha lasciato tutti a bocca aperta con la sua Madonna delle Origini interpretata da Marisa Berenson, immersa in una gigantesca gonna davanti all’abside bramantesco. Fra sfilate e party, in questa settimana stranieri e milanesi hanno potuto scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo, e conoscere così un po’ meglio Milano e i suoi tesori nascosti. Come i Laboratori Scala Ansaldo, uno spazio di 20mila metri quadri in zona Tortona, utilizzato (in parte) da Costume National per la sua sfilata. O come il Pac di via Palestro, aperto da Hogan (come fa da diverse stagioni) per «Future Roots », mostra della fotografa Ornella Sancassani, che ritrae 35 grandi architetti e designer (da Patricia Urquiola a Ora Ito) con addosso un modello di scarpe del brand, il tutto a fine benefico per i terremotati del Giappone. O lo storico Teatro Manzoni, trasformato da Corneliani in una spiaggia. E, ancora, le sale affrescate del settecentesco Palazzo Visconti in via Cino del Duca, dove Fujiwara ha celebrato i suoi primi 25 anni. Così come quelle di Palazzo Clerici, dove l’altra sera molti stilisti hanno festeggiato il magazine Numero . Nel frattempo il lancio di un nuovo magazine, Dust Magazine , veniva promosso da Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti, stilisti di Frankie Morello, nella galleria Gloria di via Watt. Tante anche le location private riscoperte in questi giorni. Ieri sera lo spettacolare giardino pensile di un palazzo storico di via Spiga è stato aperto a un numero ristretto di ospiti per il lancio della nuova collezione Cruciani (a fare gli onori, il padrone di casa Luca Caprai, patron della griffe).
Mentre il roof garden di un altro palazzo storico di via Bigli ha ospitato il grande party dello stilista Philippe Plein. E sono solo alcuni dei famosi interni di Milano, quelli che tutti elogiano ma che in pochi davvero conoscono. La prossima sfida, a settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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