Cronaca locale

Shalom, salam e buon appetito

In ristoranti libanesi ed ebraici l'iniziativa "Menu Pace a Tavola". A cena con imam e rabbini

Shalom, salam e buon appetito

Il copyright dell'idea è di Kobi Tzafrir, il proprietario dell'Hummus Bar di Kfar Vitkin, poco a nord di Tel Aviv. Nel suo locale viene offerto uno sconto ai clienti se sono ebrei e arabi e pranzano allo stesso tavolo. Un modo di fare nuove amicizie risparmiando.

Qualcosa del genere, sia pure con modalità diverse, avverrà anche a Milano, dove il progetto di importare pace grazie a falafel e tabuleh piace al punto da appassionare chef stellati come Heinz Beck, l'unico ristoratore kosher con tre stelle Michelin, che in città sta cercando casa dopo il successo dei suoi locali a Tokyo, a Dubai, in Algarve e qui da noi a San Casciano, Pescara e Roma. In attesa di sbarcare a Milano, da filosofo dei fornelli racconta come «il cibo è voce di pace perché il cibo è pace, tutti dobbiamo nutrirci e la tradizione mediterranea dice che l'ospite è la cosa più importante». Così sembra tutto semplice. Nell'ottobre scorso è stato Heinz Beck a proporre un pranzo Kosher e Halal, mettendo insieme per una colazione di beneficenza ciò che consente la religione islamica e il cibo permesso Agli Ebrei. Ne è venuto fuori un menu di pesce, ma anche i vegeteriani vanno a nozze. Prova che a tavola la pace si fa facilmente. E anche se sembra piccola cosa, apre scenari che non si sa dove arrivino.

Adesso tocca all'iniziativa «Pace a tavola» di Menuale.it. In mezzo c'è stata la strage di Parigi e uno dei migliori modi per ricordare il sangue versato è continuare a vivere, a mangiare, bene e insieme. Anche più vicini di prima. Così alcuni tra i ristoranti di cucina mediorientale di tradizione ebraica e araba e a partire dal 23 novembre per 15 giorni proporranno ai clienti un «Menu pace a tavola»: piatti che rappresentano la comune tradizione culinaria. Accanto, una breve storia di portate spesso antiche. L'obiettivo è mostrare come le radici spesso siano più vicine di quanto pensino gli oltranzisti della cucina libanese o i fedelissimi al kosher. Oltre che naturalmente approfondire la conoscenza. I primi tre locali a partire sono l'Accademia Libanese di via Accademia 53, El Dawali di via Corrado il Salico 10 e il Boidem di di via Santa Marta. Due risoranti libanesi e un ristorante ebraico.

Non solo cibo. Verranno organizzate quattro cene interculturali. Allo stesso tavolo un imam, un rabbino, due intellettuali, due imprenditori e due semplici cittadini milanesi si troveranno con le gambe una vicina all'altra.Una curiosità. L'animale che mette d'accordo tutti (e lui ne sarà ben lieto) è il maiale. Sul no alla carne della quale noi diciamo «non si butta via niente», ebrei e musulmani sono perfettamente d'accordo. Primo piccolo prodigio della tavola come luogo in cui ritrovarsi a condividere gusti. E regole. Come spiega lo chef Heinz Beck: «La cucina è un luogo in cui si impara anche ad attenersi a delle regole. Ci sono prodotti che non si sposano tra di loro e anche norme di cultura da seguire».Salam. Shalom.

E buon appetito.

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