Si scaldano i motori. Il 12 giugno i cittadini di 128 Comuni lombardi tornano alle urne per scegliere il sindaco e tra i 22 della provincia milanese gli occhi saranno puntati (soprattutto) su Sesto San Giovanni, l'ex roccaforte rossa espugnata nel 2016 dal centrodestra con Roberto Di Stefano che corre per il bis e non ha la minima intenzione di cedere la poltrone. E la sinistra parte in salita. Ieri dalle 8 alle 20 si sono tenute le primarie e il candidato del Pd Alberto Bruno, funzionario della Protezione civile in Regione, ha perso. É stato battuto da Michele Foggetta, sostenuto da Sinistra Italiana di cui è segretario a Sesto, 638 voti a 611. Dietro con 396 la ex dem Mari Pagani, consigliera del gruppo misto. Solo in 1.653 ai gazebo (aperti pure a lavoratori e studenti a Sesto non residenti). Italia Viva e Azione - effetto del patto tra Pd e M5S - si erano già sfilate: sostengono Massimiliano Rosignoli, segretario locale del partito di Carlo Calenda che giovedì scorso ha tenuto un comizio a Sesto.
Ci sono altri due nomi di area in campo: Silvio La Corte per Rifondazione e Paolo Vino per la lista civica Giovani Sestesi. Il centrodestra, che si è presenta compatto, è tranquillo. Con 80mila abitanti, nella tornata di giugno è il Comune più grande con un sindaco leghista in carica, e il commissario cittadino del Carroccio Stefano Bolognini conferma che c'è «grandissima attenzione». Di Stefano «ha lavorato molto bene e la sinistra non è pienamente compatta - sottolinea -, scommetto in un buonissimo risultato per il centrodestra e la Lega, altrettanto a Monza» dove corre per il bis il sindaco del centrodestra uscente Dario Allevi. Due giorni fa ha fatto (la prima) tappa alla Villa Reale il leader del Carroccio Matteo Salvini che promette una presenza massiccia a Sesto, Lodi e le partite clou della Lombardia. Nella campagna sestese irrompe anche il tema dello stadio di Milano e Inter che sta turbando il sonno del sindaco Beppe Sala. Le squadre hanno avvertito che se i tempi su San Siro si allungheranno troppo vireranno verso le ex aree Falck dove Di Stefano è pronto ad accoglierle a braccia aperte. «A Sesto c'è un sindaco che ha portato avanti importanti opere di rigenerazione e il buon modello di amministrazione sta attirando investimenti» ribadisce Bolognini.
Si vota in tre capoluoghi di provincia, Monza, Lodi e Como (dove il centrodestra candida Giordano Molteni, scelto da FdI). In provincia di Milano sono undici le sfide in Comuni sopra i 15mila abitanti, oltre a Sesto ci sono Abbiategrasso, Buccinasco, Cernusco, Garbagnate, Magenta, Melegnano, Melzo, San Donato, Senago e Vimodrone. Il centrodestra ha puntato sul leghista Imberti a Buccinasco, sull'esponente FdI Guido Massera a San Donato, l'azzurro Daniele Cassamagnagni a Cernusco. Luca Del Gobbo, consigliere regionale ed ex assessore della giunta Maroni è sceso di nuovo in campo a Magenta dove è stato già sindaco del centrodestra dal 2002 al 2012.
Sarà election day, si voterà anche per i cinque Referendum sulla giustizia. E sarà un test per le Regionali 2023, per entrambi gli schieramenti.
Il governatore Attilio Fontana non ha ancora sciolto le riserve sul bis. Nel centrosinistra tra i papabili ci sono il sindaco di Brescia Emilio Del Bono e l'economista Carlo Cottarelli. Fare in fretta è l'imperativo bipartisan.
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