Silenzio dai promotori dei cortei Gli ebrei: «Sala parli in Consiglio»

Estrema sinistra e imam erano presenti e non condannano La Comunità ebraica chiede una seduta ad hoc in Comune

Alberto Giannoni

Scena muta sui cortei dell'odio. Sono ancora in silenzio gli imam milanesi, così come i militanti dell'estrema sinistra e del Bds, i fautori del boicottaggio di Israele presenti con bandiere e striscioni. Soprattutto è ancora in silenzio l'Associazione dei palestinesi in Italia, che con il coordinamento lombardo Palestina ha organizzato il sit-in di piazza Cavour e il corteo di corso Venezia, eventi «per Gerusalemme» che si sono tradotti in fragorose manifestazioni d'odio per Israele e per gli Usa, con l'incredibile episodio degli slogan antisemiti.

Dopo che la Comunità ebraica gli ha chiesto di farlo, il sindaco di Milano, Beppe Sala ha preso posizione contro l'episodio di antisemitismo e senza mai citare la matrice islamica della vicenda. Lo ha fatto insomma in modo timido e tardivo, come ha dichiarato al «Giornale» un esponente importante del mondo ebraico milanese, l'ex presidente Walker Meghnagi. E qualcosa di più di un semplice comunicato di «sgomento» lo chiedono espressamente anche gli attuali vertici della Comunità, con i co-presidenti Raffaele Besso e Milo Hasbani. «La Comunità ebraica di Milano - dichiarano in una nota ufficiale - ringrazia il sindaco Sala per le parole di condanna contro ogni forma di antisemitismo, riguardo la manifestazione del 9 dicembre, nata per contestare la decisione degli Stati Uniti di trasferire l'ambasciata a Gerusalemme, trasformatasi in una manifestazione antisemita dove sono state pronunciate parole di odio e minacce di morte contro gli ebrei». «Sappiamo - aggiungono Besso e Hasbani - che da giorni la magistratura ha aperto un'indagine per individuare i colpevoli di questo odioso atto, siamo in stretto contatto con il questore di Milano Marcello Cardona che sta seguendo il caso in prima persona. Ringraziamo le forze dell'ordine per il loro costante impegno. Vista la gravità dell'evento, chiediamo che il Consiglio comunale discuta di quanto avvenuto». «Crediamo infatti - concludono - che il tema non debba riguardare solo la Comunità ebraica, ma la città intera».

La richiesta di discutere questi «gravissimi episodi» in Consiglio è sostenuta anche dall'Associazione milanese pro Israele, col presidente Alessandro Litta Modignani, secondo il quale il caso «dimostra che l'odio contro Israele e l'odio antiebraico tendono sempre a coincidere, e che antisionismo e antisemitismo sono due facce della stessa medaglia, o meglio una cosa sola».

«Di fronte a queste incitazioni alla violenza aggiunge Litta - le frasi di circostanza e i luoghi comuni non bastano più. Occorre che tutti si assumano le proprie responsabilità, compresi gli esponenti della comunità arabo-musulmana di Milano, che devono uscire dall'ambiguità».

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