«Il sindaco non sapeva? Sta dicendo una bugia, i suoi erano informati»

«Non ero stato informato dello sgombero». Il sindaco Giuliano Pisapia cade dal pero alla notizia dell'intervento delle forze dell'ordine alle palazzine Liberty per cacciare gli abusivi del Lambretta.
Ma i casi sono due. O il sindaco non è sincero e nicchia per non dare contro ai centri sociali. O il suo assessore alla Sicurezza Marco Granelli non lo ha informato a dovere. Già perché lo sgombero degli appartamenti Aler occupati dai sovversivi del Lambretta era stato programmato fin dalla settimana precedente. Venerdì 19 si è riunito il comitato provinciale sull'ordine pubblico e la sicurezza: allo stesso tavolo in prefettura si sono seduti questore, prefetto, capo dei vigili, guardia di finanza, rappresentanti dell'Aler, Provincia di Milano e Comune (rappresentato da Granelli). E quella è stata la sede per decidere l'intervento alle palazzine.
Fino a quel momento si era scelto di temporeggiare per evitare che lo sgombero avvenisse nei giorni dell'«Expo partecipans meeting», che radunava a Milano le delegazioni di tutti i paesi che hanno aderito all'evento del 2015. Non era proprio il caso di cacciare quelli del Lambretta mentre mezzo monda stava a guardare. I panni sporchi si lavano in casa. L'intervento quindi è slittato alla seconda metà del mese, di comune accordo. C'è stato quindi il tempo per trattare con i collettivi degli abusivi per evitare azioni di forza, c'è stato il tempo perché il fedelissimo del sindaco Paolo Limonta scrivesse al questore chiedendo di non sgomberare. C'è stato il tempo per tutto. Ma Pisapia sembra non essersi accorto di nulla. Ed ora salta fuori con un «non sapevo» che risulta davvero poco credibile. Per vederci chiaro, la Lega Nord presenterà un'interrogazione sul caso Lambretta e cercherà di capire cosa non ha funzionato nella comunicazione tra Granelli e il sindaco. Chi sapeva e chi no. Insomma, si vuole dire basta ai continui ammiccamenti verso chi occupa nell'illegalità.
Ammesso che l'assessore Granelli non avesse comunicato al sindaco le decisioni prese dall'ultimo comitato sulla sicurezza, di sgombero si parlava comunque dall'estate, su sollecitazione dell'Aler e dell'ex assessore alla Casa della Regione Lombardia Domenico Zambetti. A settembre si erano condivise le modalità di intervento e non restava altro che stabilire la data per procedere. Ora, un sindaco che salta fuori dicendo che non capisce nemmeno le motivazioni dello sgombero, è troppo. «È singolare - sbotta l'assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini (Lega), che era presente alla riunione del comitato - che, rispetto a una decisione già comunicata, il Comune si svegli chiedendo di non procedere». Lo «stupore» è del tutto ingiustificato. A farlo notare è anche il vice presidente del Consiglio comunale Riccardo De Corato. «Il sindaco si è pure risentito per lo sgombero - critica - Di avvocati a Palazzo Marino i centri sociali ne hanno già uno (Mirko Mazzali di Sel). Ormai in città c'è un sindaco che tutela in prima linea gli abusivi».
Le critiche nei confronti di Pisapia tuttavia non si limitano solo al caso Lambretta, ma si estendono anche al caso della sparatoria di via Muratori, avvenuta all'inizio di settembre.

Quando il comitato provinciale si riunì d'urgenza per affrontare il problema della sicurezza per strada, il sindaco era a Gerusalemme. «Una volta rientrato - denuncia Bolognini - Pisapia ha chiesto di incontrare il prefetto scavalcando il tavolo».

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