Onorevole Ignazio La Russa, a Lorenteggio e Giambellino una serrata dei commercianti contro la criminalità e per chiedere il ritorno dei militari i città.
«Da ministro ho inventato l’operazione “Strade sicure”, a Milano 500 soldati, poliziotti e carabinieri che fino al 31 luglio hanno pattugliato 34 zone».
Vuol dire che poi è arrivato il sindaco Giuliano Pisapia e i militari se ne sono dovuti andare?
«I militari vengono inviati lì dove ci sono amministrazioni ben disposte ad accoglierli. Altrimenti ci sono centinaia di sindaci pronti ad accogliere i nostri soldati. Con entusiasmo».
Da ministro lei ha percepito poco entusiasmo a Milano?
«D’accordo con il prefetto a quel punto abbiamo spostato le pattuglie in provincia: 150 tra San Donato, Melegnano, Abbiategrasso, Corsico, Legnano e altri comuni. Non a Sesto San Giovanni, dove non a caso il sindaco è di sinistra come a Milano».
Ma la sicurezza dei cittadini non dovrebbe andare al di là dello schema destra-sinistra?
«In Pisapia c’è una sorta di riflesso pavloviano da vecchio sessantottino. Militari? Si va contro. No-Tav o centri sociali? A favore».
L’assessore alla sicurezza Marco Granelli dice che non ci sono sommosse e quindi non c’è bisogno di miliatri in tenuta antisommossa.
«Un dato ideologico, la stessa matrice antimilitarista. Ma speriamo che i milanesi facciano loro cambiare idea».
Pisapia cambierà idea?
«Dopo che abbiamo appeso lo striscione in Galleria, sulla solidarietà ai nostri marò imprigionati in India, ha dovuto ricredersi».
Che senso hanno i militari se ci sono già polizia e carabinieri?
«Intanto di portare più uomini sulle strade e nelle zone più a rischio, perché è indubbio che ci sia una carenza negli organici».
E poi?
«Le forze dell’ordine fanno ottimamente il loro lavoro, ma non esistono più i pattugliamenti nei quartieri, nelle periferie. Questo per la percezione della sicurezza nei cittadini è importantissimo. Ed è anche un deterrente per il delinquente».
E allora perché la giunta Pisapia non li vuole?
«Ho sentito solo argomenti speciosi: sbagliato militarizzare la città, sarebbero i cittadini a non volerli, i turisti scapperebbero spaventati».
Non è vero?
«Io dico che i soli ad avere paura dei militari sono i delinquenti».
Il Pdl sta raccogliendo firme per riportare i soldati in città.
«Il numero totale di quelli a disposizione è fissato per legge. Ora per farli tornare a Milano, bisognerebbe prenderli ad altre città. E lì i sindaci sono contenti di averli».
E quindi?
«Dovrà decidere il ministero dell’Interno, in accordo con la Difesa».
Dopo tante rapine al Lorenteggio, i cittadini cominciano a parlare di organizzare loro i pattugliamenti. Si torna alle ronde?
«Le ronde non servono. Se n’è parlato tanto, ma non sono mai decollate».
I reati a Milano secondo la questura nel 2011 sono aumentati del 6 per cento, le rapine del 13. Il rischio è che i cittadini pensino di poter fare da sé.
«E questo sarebbe un gravissimo errore. Dobbiamo far loro capire che si devono fidare. Che la sicurezza è un compito che spetta solo allo Stato».
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