Un sindaco di sinistra, apertamente «antifascista», viene criticato «da sinistra» per aver interpretato con rigore ed equilibrio il suo ruolo istituzionale in un passaggio delicato come la campagna elettorale. Accade a Pavia, dove il Comune ha concesso la sala di Santa Maria Gualtieri, nella centralissima piazza della Vittoria, al movimento «Casa pound», che domenica intende presentare i suoi candidati alla presidenza del Consiglio e alla presidenza della Regione, Simone Di Stefano e Angela De Rosa.
Per questa decisione il primo cittadino, Massimo Depaoli, ha dovuto subire le critiche di «Potere al popolo», il cartello elettorale animato da Rifondazione comunista, che ha giudicato «antifascismo di facciata» la decisione del Comune, ineccepibile dal punto di vista istituzionale, visto che - piaccia o no, Casa pound ha regolarmente presentato le sue liste. «La propaganda elettorale - ha spiegato il sindaco - è un diritto incomprimibile di tutte le liste presentate e ammesse. Negare una sala sulla base di maggiore o minore vicinanza politica è illegittimo, oltre che andare a costituire un pericoloso precedente». «Chi rappresenta un'istituzione non può agire diversamente». «Personalmente- ha aggiunto - penso anch'io che vi siano partiti e forze accusabili di non rispettare la XII Disposizione transitoria della nostra Costituzione o le leggi Scelba e Mancino.
Tuttavia, una volta che tali partiti o forze vengono ammessi alla competizione elettorale hanno il diritto di svolgere attività elettorale». «Rispedisco il messaggio al mittente - ha concluso - a chi pretende di distribuire patenti di antifascismo».
«Penso - ha concluso il sindaco Depaoli - che essere antifascisti oggi significhi come prima cosa conquistare consenso con l'autorevolezza e la forza delle proprie argomentazioni sottraendolo a queste forze e alle loro pericolose tentazioni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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