La singolare decisione del Consiglio: «Non ci basta accogliere progetti altrui»

La singolare decisione del Consiglio: «Non ci basta accogliere progetti altrui»

Va bene la cultura, purché si faccia come diciamo noi. Suona più o meno così la delibera della commissione Cultura del Consiglio di zona 2 (che comprende stazione Centrale, Gorla, Turro, Greco, Crescenzago e Precotto). Un testo «bizzarro» e poco gradito dai cittadini del quartiere. «Vogliamo guidare noi l'orientamento culturale della zona - si legge nel provvedimento approvato alla fine dello scorso gennaio - Non vogliamo più semplicemente accogliere le richieste di finanziamenti e scegliere fra esse ma vogliamo proporre noi i progetti». In sostanza, vengono fissate le linee guida del 2013 e la commissione cultura non ha dubbi sulle modalità da seguire. Come a dire: cittadini, piano con le proposte, ci pensiamo noi.
Chi da anni anima la vita delle piazze di periferia si sente offeso e non nasconde l'irritazione per la linea scelta. Sia i comitati (quello di Precotto è uno dei più attivi della città) sia le parrocchie. I gruppi di parrocchiani e le associazioni legate agli oratori sono il cuore vitale dei quartieri di periferia ed organizzano feste e occasioni di incontro durante tutto l'arco dell'anno per coinvolgere gli anziani e giovani.
«Questa delibera - protestano alcuni cittadini - sembra riesumare forme di dirigismo statalista che credevamo definitivamente archiviate nella storia, urta la nostra sensibilità di cattolici perché mortifica quel principio di sussidiarietà che riconosce la centralità della persona e valorizza, come ricchezza pubblica, l'iniziativa di singoli e di associazioni, veri motori di sviluppo di una società autenticamente libera e plurale».
In parecchi avrebbero preferito sentirsi dire: «Non ci sono soldi per tutte le iniziative e dobbiamo scegliere quali appoggiare». Un discorso del genere sarebbe stato capito in tempi di spending review. «Invece - protestano gli abitanti - si fa un discorso più ideologico che fa saltare i presupposti per una collaborazione. Insomma, la delibera suona come se volessero censurare le attività che non sono in linea con il nuovo vento».
Alle spalle della decisione del Consiglio di zona c'è un precedente: la commissione cultura avrebbe rifiutato di finanziare la festa della Famiglia, promossa dalla onlus Talita Kum nel quartiere di Precotto alla fine di gennaio (quattro giorni prima della delibera). Il motivo? «L'iniziativa non è prioritaria rispetto agli obbiettivi della commissione cultura». I residenti sono rimasti di stucco. L'iniziativa infatti è tesa a valorizzare la famiglia e l'aggregazione tra le famiglie. Insomma, la negazione del finanziamento è stata interpretata come una sorta di censura.

«Tale motivazione - protestano i cittadini -, nel freddo linguaggio burocratico che la esprime, sembra altresì aprire la via alla definitiva espulsione, dal contesto istituzionale, di ogni manifestazione culturale che non si allinei al pensiero unico e politicamente corretto del quale il Consiglio di zona pare volersi fare promotore e supremo custode». Insomma, i cittadini temono una specie di indottrinamento e chiedono più libertà nelle proposte.

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