È stato di pre-crisi nella Comunità ebraica. L'ultimo turbolento Consiglio ha sancito la spaccatura fra le componenti dell'attuale giunta bipartisan. Gli eletti di «Lechaim», lista «di sinistra», con una mozione collettiva hanno attaccato gli esponenti più rappresentativi del gruppo «Wellcommunity», il co-presidente Raffaele Besso e l'assessore alla Cultura Davide Romano. A Besso è stato contestato l'incontro col candidato governatore del centrodestra Attilio Fontana in occasione di un evento dedicato alla Memoria, sebbene dell'invito fosse al corrente a detta degli altri anche il co-presidente Milo Hasbani. La richiesta di remissione del mandato, rivolta a Besso, è stata respinta per un voto.
A fare le spese di questo clima l'assessore alla Cultura Davide Romano, sfiduciato per un voto (quello «indipendente»). L'accusa? Aver prospettato l'intenzione di non partecipare agli eventi della Giornata della Memoria come gesto personale di testimonianza contro l'emergente odio antisemita e antisionista, generalmente sottovalutato se di matrice islamista.
«Lo rifarei cento volte - commenta Romano - se c'è un incendio e urlo al fuoco non possono multarmi per schiamazzi notturni. O meglio possono farlo, ma se posso salvare una vita, lo farò». Adesso la prospettiva di un voto anticipato (con sistema maggioritario) è concreta. E «Wellcommunity» certo non lo teme.
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