Cronaca locale

La sinistra sfida il questore: «Andiamo in piazza lo stesso»

Il divieto del questore Luigi Savina al presidio chiesto dalla sinistra per impedire il ricordo di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani non è bastato. E ieri Valter Boscarello della Rete antifascista ha chiamare a raccolta i suoi proprio il 29 aprile, la data in cui la questura lo diffida «dal tenere qualsiasi manifestazione che possa costituire pregiudizio per l'ordine e la sicurezza». Ma lui invita alla «mobilitazione per ribadire il valore antifascista della città». Perché «il divieto della questura non è tollerabile». Con lui Roberto Cenati (Anpi) che ha consegnato a questore e prefetto insieme alla Cgil un esposto per impedire la manifestazione della destra che la questura è intenzionata ad autorizzare. Anche se a leggere ciò che scrive il questore appare chiaro che a essere pericoloso non è quel corteo, ma il fatto che in passato proprio la presenza degli antifascisti «ha determinato criticità sotto il profilo dell'ordine pubblico».

Ancora polemica sul corteo organizzato per ricordare lo studente diciannovenne del Fronte della gioventù (Ramelli) sprangato a morte da Avanguardia operaia, un mite avvocato (Pedenovi) con la sola colpa di essere consigliere provinciale del Msi e una medaglia d'oro al valor militare e cieco di guerra (Borsani) trucidato dai partigiani a guerra finita.

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