Nell'ordine del giorno votato dalla maggioranza in Zona 1 (l'hanno bocciato sei consiglieri del centrodestra) si citano come esempi i «woonerf» - aree condivise - nei Paesi Bassi, o i «begegnungszone» dei paesi germanofoni o le «zones de rencontre» in quelli francofoni. Si tratta di quartieri dove la segnaletica stradale indica la pedoni e ciclisti su tutti gli altri veicoli, che non sono messi al bando ma devono procedere a passo d'uomo per non investire chi cammina o gioca anche in mezzo alla strada o circola in bicicletta anche in contromano. Per la sinistra iperambientalista che ha già suggerito di cancellare le strisce blu in centro per diminuire il traffico, sarebbe (quasi) il sogno che si realizza. E lo ha tradotto in un documento sulla «precedenza ai pedoni e ai ciclisti lungo le strade locali e all'interno delle Zone 20», approvato nella seduta del 20 maggio. Si parte dal principio che secondo il Codice della strada i ciclisti hanno precedenza sugli altri utenti in presenza di percorsi riservati, ma se si trovano a percorrere la carreggiata stradale hanno gli stessi obblighi e divieti delle auto, mentre nei percorsi o nelle zone ciclopedonali la circolazione è normata in modo specifico. Il centro in particolare è stato ormai trasformato quasi completamente in «Zona 30», i veicolo devono mantenere una velocità non superiore ai 30 chilometri all'ora. Ma è proprio qui che, secondo la Zona 1, si può andare oltre, agevolando ulteriormente i movimenti di chi si sposta a piedi o a pedale (e scoraggiando magari chi non si rassegna a spegnere i motori). Citando gli esempi stranieri, l'odg sostiene che vadano individuate aree, quartieri o strade in cui cominciare a regolamentare, anche con un'apposita segnaletica, la precedenza assoluta dei pedoni su tutti gli altri veicoli (potrebbero camminare anche fuori dai marciapiedi, le macchine quindi dovrebbero procedere a passo d'uomo per scansarli) e la possibilità per le biciclette di «percorrere le strade interessate in ambo le direzioni». E le aree da cui partire sono già individuate nel documento: la zona della Milano Romana, inaugurata da pochi mesi tra corso Magenta, Sant'Ambrogio, le Cinque Vie, poi l'area tra via Cesare Correnti, via Torino, corso Italia e via Molino delle Armi, oltre a zona Brera («già ampiamente pedonalizzata») e il Quadrilatero della Moda («dove il transito pedonale è costante e preponderante»).
Tra i contrari all'iniziativa c'è la consigliera leghista Cristina Scaramucci: intanto premette che gli ambientalisti del Pd «si rifanno sempre agli esempi tedeschi dimenticando che non dimostriamo di avere proprio la stessa testa sulle strade, le bici in contromano rischiano di essere pericolose non solo per le auto che, poniamo in via Brera già procedono lentamente senza ulteriori restrisioni, ma anche per i pedoni.
Dopo le aperture e le difese a tutto spiano da parte della giunta, chi viaggia su due ruote già oggi a Milano si sente padrone delle strade, atteniamoci alla normativa in vigore senza accentuare ulteriormente l'arroganza dei ciclisti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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