In viale Monza la giornata che in Senato ha deciso la cacciata di Silvio Berlusconi ha un nome che dice molto: «mercoledì nero». E il progetto politico illustrato dalle parole di Mario Mantovani, coordinatore regionale del partito del Cavaliere, è quello di «non dimenticare il mercoledì nero della democrazia, mantenere vivo il ricordo di quel è accaduto». Come? Con eventi e cortei pubblici, che per altro - dice mantovani - stanno nascendo dal basso, organizzati dai militanti di Forza Italia.
Così si segnalano manifestazioni in corso nel Milanese (e anche altrove, in Lombardia) per protestare contro la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. A Treviglio, il sabato sera è diventata un'occasione per sfilare per le strade della città, in silenzio, portando con sé le bandiere del partito nato nel 1994 e rinato quasi vent'anni dopo. In piazza anche molti giovani. A Sesto San Giovanni, sabato pomeriggio, è stato allestito un gazebo dai giovani di Forza Italia. Oltre alla solidarietà nei confronti di Silvio Berlusconi, al centro dell'attenzione (non positiva) è stata la politica del governo Letta. Molte le critiche mosse alle decisioni fiscali dell'esecutivo e piena adesione alla scelta di passare all'opposizione. A Soresina, in provincia di Cremona, è stata inaugurata una nuova sede e si sono riuniti i militanti. Anche qui, non sono mancati i giovani. E le intenzioni dei vertici di Forza Italia parlano di facilitare e moltiplicare le iniziative in piazza e negli spazi pubblici. Mario Mantovani è convinto che sia necessario mantenere alte l'attenzione e la tensione. «C'è grande fermento nelle città e nelle comunità locali - racconta il vicepresidente della Regione -. La gente si lamenta che questa decisione di estromettere Berlusconi dal Parlamento ha ferito la democrazia. Quel che è accaduto ha diffuso la convinzione che la sinistra sia pronta a tutto, anche a colpire le istituzioni, pur di eliminare Berlusconi. Questo preoccupa molte persone».
Racconta Mantovani che le adesioni a Forza Italia, e la decisione di dedicarsi alla politica attiva nel rinato partito di Berlusconi, arrivano anche da ambienti che se ne erano allontanati.
Un caso simbolico: «Un primario di Monza è venuto da me e mi ha detto: non voto da quindici anni, ma dopo quel che è successo ho deciso di iscrivermi a Forza Italia. Li ritengo segnali importanti».
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