Cronaca locale

«Soldi per emergenze dal patto di stabilità»

«Soldi per emergenze dal patto di stabilità»

Cancellare il Patto di stabilità già nella prossima legge finanziaria e con le risorse così messe a disposizione le Regioni affrontino i lavori è per mettere in sicurezza il territorio dal rischio idrogeologico. Un «grande intervento per rendere sicure le nostre contrade le nostre città» ha chiesto il governatore Roberto Maroni al premier Matteo Renzi arrivato ieri alla fabbrica Persico di Nembro (Bergamo) per partecipare all'assemblea territoriale di Confindustria. Un «appello fatto a nome di tutti i sindaci, senza distinzioni politiche», ha spiegato incassando l'applauso loro, ma soprattutto degli imprenditori presenti. Solo l'ultimo episodio di una battaglia combattuta da tempo per consentire ai Comuni lombardi di poter spendere gli 8 miliardi di euro che hanno in cassa, ma che non possono essere investiti per colpa dei vincoli. «Porterò al premier - aveva promesso - il grido di dolore dei 1.500 sindaci lombardi». E così è stato. «Qui - ha detto Maroni a Renzi seduto in platea - si produce il 25 per cento del Pil nazionale, ma abbiamo un residuo fiscale di 54 miliardi l'anno che ci penalizza più di chiunque altro. Più di un miliardo alla settimana: non pretendiamo di tenerci tutto, ma chiediamo al governo di consentire alla Regione, agli enti locali e ai sindaci virtuosi di poter utilizzare le risorse risparmiate, abolendo il Patto di stabilità che è iniquo, ingiusto e che lei stesso da sindaco di Firenze aveva definito patto di stupidità».

Buone notizie, invece, sul fronte della sanità, dove Maroni davanti alle telecamere di Telelombardia ieri ha sottolineato come la Lombardia sia «riuscita a recuperare 506 milioni di euro per il 2014 e altrettanti per il 2015 per abbattere i ticket, costringendo il governo e le altre Regioni ad applicare i costi standard. I soldi li abbiamo. Se dovesse succedere che qualcuno ce li volesse portare via, sarebbe una dichiarazione di guerra». Per quanto riguarda, invece, l'iniziativa Ambulatori aperti, Maroni ha ricordato i cartelloni esposti in tutte le città perché «i lombardi sappiano che possono fare gli esami tutti i giorni anche di sera fino alle 22, il sabato mattina e la domenica mattina».

Anche questa un'iniziativa realizzata con i risparmi derivati dall'applicazione dei costi standard nella sanità e che ha già raggiunto quota 90mila prenotazioni.

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