Solo 40 per la stanza ai profughi

Il flop dell'appello alla solidarietà. «La gente ha paura»

Quaranta famiglie milanesi sono candidate ad ospitare nella propria casa un rifugiato per un periodo di circa sei mesi. È questo l'esito del bando, aperto dal Comune di Milano il 30 dicembre scorso e chiuso ieri pomeriggio, per il censimento e la realizzazione di un elenco di famiglie disponibili a partecipare al nuovo progetto di ospitalità approvato e finanziato dal Ministero dell'Interno attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Quaranta famiglie possono essere tante o poche, dipende dai punti di vista. Soprattutto politici. E infatti il dibattito continua anche se, al di là dei numeri, il primo dato dimostra abbastanza chiaramente che le politiche di accoglienza lasciate alla buona volontà, benché remunerata, dei cittadini non possono essere la soluzione ad un problema a cui servirebbe una risposta organizzata e istituzionale. «Siamo felici di annunciare - commenta Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del Comune- che le famiglie disposte a ospitare i profughi ci sono».

«Questo è un segnale forte e chiaro- spiega invece Viviana Beccalossi di Fratelli d'Italia- La paura fa 40, i milanesi temono la presenza di un profugo nella propria casa e soprattutto hanno ancora una propria dignità. La solidarietà a chi è in difficoltà non può tramutarsi in ospitalità di convenienza».

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