«Sono il più votato, ma non è stata una gara»

In politica da 17 anni, conosco bene la gente

«Sono il più votato, ma non è stata una gara»

Mariano Cantale, 388 voti, il più «preferito» al congresso cittadino del Pdl di sabato.
«Mi ha fatto male leggere sui giornali che tutto è stato ridotto a una conta tra i diversi gruppi».
Questa è la politica, si vota e ci si conta.
«La politica è puro servizio».
E lei perché l’hanno votata così tanto? Se non si offende lei non è poi così sconosciuto.
«Il riconoscimento del lavoro sul territorio».
Lei è consigliere di Zona 7. Lavoro? Da quando fa politica? E cosa significa?
«Sono ingegnere. Condividere con i cittadini i problemi e cercare di risolverli. Faccio politica da quando avevo 27 anni, oggi ne ho 43».
Con Comunione e liberazione.
«Ho avuto la fortuna di incontrare il movimento di Cl e cerco di starci attaccato».
Tanti voti arriveranno da lì.
«Arrivano dall’amicizia. La dimostrazione che pur nella bufera della politica ci si ritrova. Con il coraggio di resistere e proporre qualcosa di nuovo».
La politica e la famiglia?
«La politica non fa abbastanza per la famiglia. Ma le famiglie resistono, come se avessero un tesoretto che nemmeno la politica riesce a rubare».
Sono tempi difficili.
«Tutti parlano del problema delle pensioni. Ma le famiglie sono sempre meno e con meno figli».
Parla di famiglia tradizionale uomo-donna?
«Io non sono precluso a nulla».
Immagino ci sia un però.
«Vorrei che tutti sapessero vedere la bellezza di una famiglia tradizionale rispetto a quelle nuove che qualcuno vuol difendere. Parlo di bellezza e ripeto che non ho nessuna preclusione».
Il congresso di sabato le è piaciuto?
«Una festa e anche questo non si è letto nei giornali. Ho ritrovato compagni di scuola, amici, colleghi di lavoro. Ho distribuito il santino a fianco di Nicolò Mardegan. Entrambi con il sorriso».
È giusto votare la propria classe dirigente?
«Per troppo tempo i militanti sono rimasti nascosti e solo inseriti nei tabulati del partito».
Chi è per lei Roberto Formigoni?
«È un maestro della politica. Uno che ha dimostrato che bisogna sempre seguire qualcuno. L’ha fatto lui, lo dobbiamo fare noi».


E lei segue Formigoni.
«Se aveste chiesto ai candidati un riferimento politico, tutti avrebbero detto di essere formigoniani. Perché si deve partire da quel che c’è di positivo, come Regione Lombardia. Altrimenti che fatica far politica».

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