Sono troppe le truffe impunite: in Procura una squadra speciale

Sono troppe le truffe impunite: in Procura una squadra speciale

É la promessa della Procura della Repubblica per i prossimi mesi: una rivoluzione nell’organizzazione del lavoro dei pubblici ministeri che porti a dare giustizia alle vittime delle truffe. Un reato odioso, ma spesso sottovalutato perché avviene senza spargimenti di sangue e apparentemente senza violenza: ma che invece per chi lo subisce può avere conseguenze devastanti sia economiche e psicologiche. E che ora il procuratore Edmondo Bruti Liberati vuole trattare come una vera emergenza criminale.
Il problema è che le truffe sono tante, troppe. E, soprattutto, che le denunce per le vere truffe si confondono e annegano nel mare di denunce che invece riguardano episodi di cui si dovrebbe occupare il giudice civile, perché in realtà riguardano inadempienze contrattuali: chi non è soddisfatto della prestazione di una sua controparte, invece di fargli causa (che è lunga e costa un sacco di soldi) fa partire la denuncia per truffa. É questa massa di denunce che intasa il sistema della Procura e rende difficile indagare come si deve sulle truffe vere.
Da tempo, Bruti riteneva che si dovesse affrontare questa emergenza. Ora ha deciso di mettervi mano, nell’ambito della riorganizzazione della Procura che la settimana scorsa ha portato a ridefinire le competenze dei diversi gruppi di investigatori specializzati. Ed è qui che è stato varato un progetto che punta ad eliminare in modo quasi automatico le denunce per truffa palesemente infondate, quelle che dovrebbero essere di competenza del giudice civile.
Ad occuparsi di questa struttura sarà Ferdinando Targetti, il sostituto procuratore che in questi anni ha creato e diretto il cosiddetto Sdas, l’ufficio «affari semplici», mettendo a punto una procedura informatica per la gestione e lo smaltimento delle vicende a gravità penale vicina allo zero. Questa esperienza verrà travasata da Targetti nel nuovo gruppo di lavoro, cui verranno assegnati pubblici ministeri e squadre di polizia giudiziaria specializzati.
In questo modo verranno liberate risorse per gestire in modo approfondito le indagini sulle truffe meritevoli di impegno maggiore: che verranno ripartite tra i vari pool di pm in base alla loro tipologia. Delle truffe seriali ai danni degli anziani si occuperà il settimo dipartimento, guidato dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, in modo da centralizzare le informazioni sulle tecniche dei truffatori e riconoscere il loro modus operandi, per renderne possibile la identificazione; le truffe ai danni dello Stato e della comunità europea saranno indagate dal secondo dipartimento, coordinato da Alfredo Robledo, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione; le truffe ad alto livello, quelle che coinvolgono aziende rilevanti, andranno al pool reati finanziari (procuratore aggiunto Francesco Greco) mentre le truffe via computer (da eBay al phishing) al gruppo specializzato inserito nel pool antiterrorismo guidato dal neo-aggiunto Maurizio Romanelli.
Il varo del piano antitruffe arriva in contemporanea con un ampio giro di spostamenti di magistrati, reso indispensabile da una norma che non consente ai pubblici ministeri di restare per più di dieci anni nello stesso pool specializzato.

Contro questo turnover si erano alzati nei mesi scorsi accorate grida d’allarme che paventavano l’impoverimento del patrimonio investigativo della Procura milanese, l'azzeramento delle esperienze eccetera. Timori che, a conti fatti, si sono risultati infondati.

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