Alla squadra mobile non avevano voluto diffondere il suo nome prima che la famiglia dorigine non fosse stata avvertita ufficialmente: la lettone Marika Sjakste è stata uccisa in un Paese, lItalia, che non è il suo. E i genitori, i parenti, sono i primi a doverlo sapere. Hanno la precedenza su tutti Silvia, 22 anni - lunica sorella della 28enne uccisa domenica sera nellappartamento di piazza Lega Lombarda 1 con un colpo di pistola alla tempia dal notaio Vincenzo Ialenti, che si è tolto la vita allo stesso modo poco dopo - ha saputo invece dellomicidio di Marika dalla mail di unamica milanese prima che le autorità italiane le potessero spiegare quel che era accaduto.
Bionda, viso dolce, cerchietto in testa, in preda alla disperazione Silvia ha preso il primo aereo da Londra, dove vive, e si è precipitata a Milano. Stamattina alle 8, dopo il riconoscimento del cadavere della sorella che verrà sottoposto allautopsia allistituto di medicina legale di piazzale Gorini, cercherà di far rimpatriare al più presto la salma nella cittadina lettone di Rezekne, a circa 250 chilometri dalla capitale Riga, dove abitano i genitori. E dove la ragazza verrà sepolta.
«Silvia è una ragazza molto delicata e perbene - spiega lavvocato Beatrice Saldarini, a cui la sorella di Marika si è affidata -. E in questi momento è completamente stordita dal dolore e non riesce a farsi una ragione di quel che è successo alla sorella. Ora sta solo cercando di poter recuperare qualche effetto personale di Marika per avere almeno dei ricordi da custodire. Anche lei, come qualsiasi persona con un cuore e un po di cervello, si chiede che senso abbia privare della vita una ragazza così giovane. Che non frequentava un balordo, un malvivente, ma un notaio, una persona rispettabile. Mi creda: in ventanni che faccio questo lavoro non mi sono mai imbattuta in una storia tanto assurda e terribile».
Chiediamo allavvocato Saldarini se, quando sarà tutto finito e la salma di Marika verrà riaffidata ai famigliari, intende far causa alla famiglia dellomicida. «Valuteremo con la famiglia Sjakste - risponde - .Per il momento credo sia comprensibile che il rispetto del dolore ha precedenza su tutto».
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