Sos del Centro per la vita: "Nati con noi mille bimbi ma abbiamo finito i fondi"

In attivo il bilancio del 2016, merito dei privati Fatto lavoro extra per richieste di bonus famiglia

Sos del Centro per la vita: "Nati con noi mille bimbi ma abbiamo finito i fondi"

Lavorano indefessamente tutto il giorno, tutti i giorni. In un piccolo ufficio al terzo piano di via della Commenda. Incontrano donne in difficoltà, le ascoltano, le indirizzano, scrivono progetti personalizzati, organizzano incontri e fanno formazione. Raccolgono e distribuiscono pannolini, vestiti, carrozzine, passeggini, cercano fondi, li redistribuiscono, senza mai chiedere nulla. Sono gli operatori del centro di aiuto per la vita della Mangiagalli, onlus fondata e diretta 33 anni fa da Paola Marozzi Bonzi, ambrogino d'Oro nel 2013, che si occupa di offrire un'alternativa alle donne che vogliono abortire.

Ora lanciano un sos: «Siamo molto preoccupati per l'immediato futuro - spiega l'energica e appassionata fondatrice -. A giugno le donazioni saranno esaurite, proprio nella stagione in cui tra l'altro aumentano le richieste. Infatti in estate i servizi sociali sono sospesi, c'è solo il Cav sempre aperto, escluso solo il giorno di Ferragosto». Sebbene infatti il Cav abbia chiuso il bilancio 2016 in attivo, grazie a una cospicua donazione, ora si trova già con l'acqua alla gola. Il motivo? Le richieste che negli ultimi tre anni sono costantemente in crescita, e il sovraccarico di lavoro dovuto anche ai Bonus Famiglia. Negli ultimi 3 anni il centro ha registrato un progressivo incremento di richieste: particolarmente significativo l'aumento dei sussidi economici erogati che passano da 224.713 euro del 2013 a 263.782 euro del 2016 e di erogazioni in beni materiali, che passano da 137.405 euro del 2013 a 153.212 euro nel 2016. Rilevante risulta anche l'incremento numerico dei beneficiari di pannolini, da 1.428 a 2.196 bambini e di sussidi economici: da 250 a 349 beneficiari nel triennio 2013-2016.

Per il bonus famiglia, il Cav (sono solo due in città) ha dovuto sostenere 2800 colloqui di vulnerabilità previsti dalla legge regionale. A questi, che sono stati rendicontati dalla Ats, si aggiungono almeno altri due o tre colloqui (non rendicontati e quindi non rimborsabili) a persona per raccogliere tutta la documentazione relativa allo stato di disagio della famiglia. In sostanza un'enorme mole di lavoro, non retribuita, che si è riversata sui volontari e gli operatori della onlus, che centellinano ogni centesimo - come dimostra anche il bilancio trasparente presentato ieri - per destinare il massimo degli aiuti alle famiglir. Il Cav, infatti, non riceve alcun finanziamento statale, e si basa solo sulla capacità di autofinanziamento e sulla generosità di privati e aziende.

Ora il Centro cerca 1,5 milioni di euro (grazie al 5x1000, o a donazioni di privati, per info www.cavmangiagalli.it, tel. 02/55181923) - questa la cifra del bilancio annuale - che nel 2016 è stato chiuso in attivo «grazie alla solidarietà di Esselunga - spiega Paola Bonzi - che ha permesso di far convertire i Punti Fìdaty accumulati dai consumatori in denaro per sostenere le donne e le famiglie in difficoltà. Non solo: Esselunga ha poi raddoppiato le entrate con una donazione diretta».

Nel 2016 la onlus ha avuto in carico 2.528 mamme, di cui 1.687 nuovi utenti e 841 casi di prosecuzione di gravidanza e donne che hanno partorito nel 2015, perché l'aiuto continua fino al primo anno di vita del bimbo. Sempre nel corso del 2016 sono nati 1.

098 bambini». Paola Bonzi lancia un altro appello: «Abbiamo bisogno di volontari. Nel 2016 l'associazione ha potuto contare su 87 soci, con 62 volontari ma insufficienti per un servizio aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18».

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