Allarme pronto soccorso in Lombardia: il personale è sotto organico ed è difficile trovare medici disposti a lavorare nei reparti di emergenza. Attualmente manca un quinto dei medici necessari e con il tempo, la previsione di Gianvincenzo Zuccotti, preside della facoltà di medicina dell'università Statale e direttore del reparto di Pediatria all'ospedale Buzzi, la situazione non può che peggiorare. Il problema? Non ci sono medici da assumere. Recentemente, per esempio l'Asst Fatebenefratelli ha lanciato un bando per il personale del pronto soccorso andato deserto. Una crisi che parte da lontano e che è peggiorata con la pandemia.
Diversi i motivi che ne stanno alla base: da un lato la questione formativa. I ragazzi non si iscrivono alle scuole di specializzazione di Medicina di emergenza tanto che attualmente la scuola ha solo la metà dei posti occupati. Le borse di studio in Medicina, 6/7mila in Lombardia, storicamente insufficienti rispetto alla domanda, l'anno scorso hanno visto un'esplosione grazie anche a fondi messi a disposizione dal PNRR. Dai 2.612 posti del 2019 in Lombardia per tutte le specialità si è passati a 2.889 del 2020-21 di borse statali, cui vanno aggiunte quelle del PNRR. In particolare la Regione ha attivato 197 borse di studio in medicina di Urgenza, occupate per la metà. Da un lato con l'aumento delle borse di studio si sono andate a esaurire le liste di attesa di studenti che erano rimasti «fuori», dall'altro sicuramente si tratta di una specialità che non è particolarmente attrattiva.
Perchè? La medicina di urgenza dovrebbe essere una sorta di vocazione, vista la sua peculiarità. «Qui alla Statale - spiega Zuccotti - gli studenti frequentato molto presto gli ospedali per cui hanno modo di capire a cosa vanno incontro. La medicina di urgenza prevede turni massacranti, lavoro nei week end e nei festivi, uno stress particolare e ricadute medico legali: sono aumentate le aggressioni nei pronto soccorso da parte di pazienti esasperati dalle attese e le cause dei cittadini che contestano le cure ricevute». Al carico di stress continuo dunque, si aggiunge «la prospettiva professionale di passare tutta la vita in pronto soccorso - continua il preside- cosa che, soprattutto per le studentesse, che sono i due terzi degli iscritti alla facoltà di Medicina perchè superano più dei colleghi uomini i testi di accesso, non è compatibile con la programmazione di una vita famigliare. In più la retribuzione non è molto alta, soprattutto se parametrata al carico di lavoro e alle responsabilità. Oltre al fatto che non c'è per i medici di emergenza la possibilità di aprire lo studio privato».
Ecco quindi che la via per rendere più appealing questa specialità potrebbe essere quella di «aumentare considerevolmente gli stipendi a fronte di un carico di
stress e di responsabilità superiore ad altre specialità o rendere più veloci gli scatti di carriera dando un punteggio superiore per partecipare ai concorsi per la direzione del reparto o direzione sanitaria degli ospedali».
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