Spacciano hashish a minori dietro il Duomo di Monza

Scoperto maxi traffico di droga. Base operativa un phone center. Finiti in manette sei marocchini

Le immagini ricavate dai filmati della squadra investigativa del commissariato di Monza (e disponibili nel filmato pubblicato sul nostro sito www.ilgiornale.it, ndr) inquadrano le gambe dei giovanissimi acquirenti di «fumo» che si muovono nei giardinetti di via degli Artigianelli, nel pieno centro della città brianzola. Una scena all'apparenza innocua, quasi festosa, se non sapessimo che si tratta del mercato dello spaccio di hashish a ragazzini che potrebbero essere figli di chiunque tra noi ha l'età per fare il genitore perché si tratta di minorenni: la maggiore tra loro ha infatti appena compiuto, da pochi giorni, 18 anni; la più giovane ne ha solo 14. Tutti studenti, provenienti da famiglie perbene. Che probabilmente, come spesso succede in questi casi, erano all'oscuro del «diversivo» dei loro ragazzi e, una volta venuti a conoscenza della brutta vicenda in cui sono coinvolti, saranno cadute (rovinosamente) dalle nuvole.

In cella, sempre grazie alla polizia, sono finiti sei marocchini - con un'età compresa tra i 21 e i 36 anni - che avevano organizzato la loro attività con criteri quasi industriali. La vendita di hashish avveniva infatti nell'area verde che dicevamo e che si trova a 200 metri dal Duomo di Monza. Attorno a questa zona ristretta e strategica, gli spacciatori avevano costituito un notevole servizio di vedette in bici che avvertivano i complici dell'eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Per controllare l'attività di spaccio, quindi, i poliziotti hanno messo a punto una serie di appostamenti sui tetti della zona, che hanno permesso di identificare e fotografare gli spacciatori e individuare in un phone center della zona la base operativa nella quale il gruppo nascondeva la droga, come dimostrato dall'intervento delle unità cinofile. È stato un pastore tedesco, infatti, a individuare il grosso dello stupefacente. E adesso la posizione del proprietario del phone center è al vaglio degli inquirenti: l'uomo, un egiziano incensurato, rischia infatti una denuncia per favoreggiamento.

Due dei marocchini arrestati, ritenuti i probabili coordinatori del gruppo, erano già stati catturati a maggio nell'ambito di un'altra indagine sullo spaccio nei giardini della Villa Reale di Monza. All'uscita dal carcere la banda si era ricostituita e spostata nei giardini del centro città, ma stavolta affinando le tecniche di vendita.

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