Spaccio, abusivi e risse: parchi nel caos

Per tutto agosto è stato potenziato il servizio di innaffiatura degli alberi nei parchi e in città. Lo ha annunciato ieri il Comune con una nota. Visto che il mese «è iniziato all'insegna del caldo africano», ogni giorno girano 18 autobotti, almeno due per zona per bagnare prati e aiuole. Bene. I cittadini tengono al verde. Ma poiché le partenze sono in calo, e secondo i dati di Assoedilizia almeno 530mila residenti resteranno a Milano anche durante il ponte di Ferragosto, è facile che si riverseranno nei parchi. E oltre alle innaffiature sperano probabilmente che ci sia un rafforzamento anche dei controlli per la sicurezza, visto come è partita l'estate. Intorno al parco Testori ad esempio, zona Quarto Oggiaro, dove i residenti non ne possono più. L'illegalità passa dalla vendita abusiva di birre e cibi, cotti anche sul posto (e le taniche vengono abbandonate) alle bische clandestine: sui tavoli la sera girano i soldi delle scommesse gestite dai filippini, la comunità che spadroneggia in quest'area che non ha cancelli e viene invasa anche di sera da bande che ascoltano musica a tutto volume fino alle 4 del mattino, giocano a basket, a volte scatenano risse. Un migliaio di persone: non passano inosservate. Tutti sanno ma nessuno interviene. E lo sanno, perché le mail già inviate alla giunta e ai vigili sono tante, firmate dal comitato, dai consiglieri di zona, anche l'assessore alla Sicurezza della Provincia, il leghista Stefano Bolognini che ci ha fatto un sopralluogo qualche sera fa. «Non si può intervenire solo quando ci scappa il morto, bisogna farlo gradualmente, con passaggi costanti delle pattuglie, e non a spot - sostiene Bolognini -. Va sollecitato anche l'intervento del console filippino, l'unica autorità che può interloquire direttamente con questi gruppi».
A fine luglio l'assessore comunale alla Sicurezza Marco Granelli ha assicurato la presenza di più vigili al parco di Trenno, meta di rave e spacciatori, al Trotter, al Cassinis dove le feste tra sudamericani sfociano spesso in risse e molestie verso i milanesi che vogliono trascorrere un tranquillo pomeriggio nel verde. Controlli insufficienti, evidentemente, se anche i vigili ammettono che la gente «giustamente protesta» perché nota che le divise scarseggiano.
E sarà che meno gente è partita per le ferie e si riversa nelle aree verdi, specie da inizio agosto, ma i disagi stanno esplodendo in maniera più eclatante, ad esempio al parco delle Cave. Basta fare un giro alla cava Ongari, o nell'area che confina con Quinto Romano. Anche i pescatori iniziano a disertare la cava Cabassi, ci sono bande di teppisti immigrati che arrivano a fare i bagni di giorno e di notte e a molestare i cittadini. Più dei pic-nic abusivi disturba poi la ricomparsa di siringhe abbandonate, non si vedevano da anni. É stato un recupero lento ma che sembrava definitivo quello del polmone verde in zona Baggio. Il consigliere del Pdl Fabrizio De Pasquale sottolinea che la situazione sta svoltando al peggio perché «con la nuova giunta sono saltati sia il tavolo che i contributi alle associazioni che operano dentro al parco e hanno giornalmente il polso della situazione per cui sono che un presidio di sicurezza: dagli arcieri, ai pescatori alla bocciofila. Non si può controllare la periferia dall'ufficio di piazza Scala. Ma chi predicava il dialogo ora ha cambiato idea». Come sono spariti «i ranger che prestavano servizio per 15mila euro l'anno», via i City Angels, via pure i vigili a cavallo.
Gi, anche il sindacalista Cisl Alfredo Masucci ammette: «Siamo in attesa che riparta il servizio di pattugliamento a cavallo nei parchi, una presenza fondamentale vista la professionalità dei colleghi». Gli agenti del nucleo peraltro avevano un contratto ad hoc, niente turni di notte ma garantivano il doppio dei festivi (quando i parchi sono più affollati), ora di fatto vengono dirottati su traffico e multe e rientrano nelle normali turnazioni, e diventa un problema per tutti coprire i weekend.

La giunta voleva abolire il Nucleo perché costava 480mila euro l'anno, ma a giugno lo ha salvato mettendo a Bilancio 40mila euro (un taglio fin troppo netto). Il servizio però ad agosto inoltrato non è ancora ripartito. «Non capiamo - dice Masucci - come mai sia tutto fermo e i cavalli messi a disposizione gratis dal carcere di Bollate, non escano per il pattugliamento».