La rete è stata predisposta anche qui a Scalo Romana. E funziona». Angelo De Simone, 44enne romano, vicequestore aggiunto della polizia di stato, da 15 anni a Milano e da oltre dieci impegnato nelle periferie, ci ha sempre tenuto a«fare ret», a creare cioè contatti con il territorio, le associazioni, le scuole, gli enti, le chiese, i Sert, i presidi sanitari. Più che uno stile tutto suo lo hanno guidato l'astuzia, il vedere lontano e, possibilmente, con un certo anticipo. Nonché una certa predisposizione al dialogo. E aiuta parecchio in certi quartieri milanesi autoreferenziali, chiusi, dove la marginalità geografica corrisponde anche a quella sociale. Basti pensare che l'esperienza di 5 anni come dirigente del commissariato di Quarto Oggiaro - un quartiere lontanissimo dalle luci di Expo, dove i clan famigliari Carvelli e Tatone continuano a farsi la guerra (ricordiamo il massacro a opera di Antonino Benfante nell'ottobre di appena due anni fa) - ha fatto scuola.IL RECUPERO DEI GIOVANIOra, a Scalo Romana da 4 anni e mezzo, De Simone affronta con la sua squadra chilometri e chilometri di case Aler occupate dove l'abbandono scolastico si fa sempre più precoce. «Già il 15 per cento dei ragazzi lascia alle Medie - spiega -. Si tratta di giovani problematici, che hanno magari i genitori in galera o un precario equilibrio psicofisico a cui si somma una situazione economica disastrata».Seguire i giovani, lo ammette pure lui, non è facile. «Al Gratosoglio, però, abbiamo recuperato un ragazzo di 11 anni che aveva cominciato un'attività di microspaccio. Si è nuovamente iscritto a scuola, ha preso la licenza e ora vorrebbe iscriversi a un corso per tornitori». La squadra del commissariato Scalo Romana ha collaborato anche al reinserimento della famiglia del giovane nel tessuto sociale. «La loro situazione non era conosciuta dai servizi sociali del Comune, ora hanno avuto un indennizzo e il padre, uscito dal carcere, ha trovato lavoro: è questa la rete - sottolinea De Simone -, quando la circolarità delle attività e la presa di posizione dei vari organi del territorio s'incontrano, anche grazie a noi, per colmare una lacuna, per dare una risposta alla domanda. La polizia seleziona i casi affinché siano valutati al meglio. Certo: purtroppo ci sono situazioni che sfuggono di mano».AZZERARE GLI SGOMBERIPer evitare il potentato delle occupazioni ed eseguire sgomberi in diretta, talvolta anche con arresti in flagranza, funziona il circolo virtuoso creatosi tra la polizia, i cittadini e le associazioni che fanno da presidio sociale. «Se non si interviene subito - spiega De Simone - il messaggio che passa è che è possibile occupare abusivamente. Così, oltre al potentato dell'occupazione, si lascia libero sfogo a tutta la coda di degrado che si tira dietro: lo spaccio di stupefacenti, la gestione sistematica delle occupazioni abusive con relativo seguito di energumeni che, pagati, sventrano le porte messe da Aler per far entrare i nuovi arrivati: ovvero al controllo criminale del territorio».L'area del commissariato comprende grosso modo la zona 5: da via San Dionigi (lato Corvetto) fino a Lodovico il Moro e la zona Chiesa Rossa, quindi viale Tibaldi e viale Toscana, tutta via Ripamonti fino al confine con Opera e Rozzano. Solo in zona Gratosoglio-Stadera ci sono 80mila abitanti e la maggior parte vive negli edifici di edilizia popolare. «Praticamente una città di provincia» commenta De Simone. Allo Stadera si tratta perlopiù di palazzi degli anni 20 dove le occupazioni, grazie al principio dell'intervento immediato, sono state quasi azzerate. «Attraverso questa pratica, scardinando cioè la formazione dei potentati sul nascere, si è ridotto anche lo spaccio in strada: tra Gratosoglio e Stadera negli ultimi tre anni abbiamo arrestato oltre 250 persone».LO SPACCIO E GLI ARRESTINaturalmente chi vende droga non intende arrendersi tanto facilmente. E dalle strade «arretra» nei cortili, all'interno degli edifici. Così il commissariato di Scalo tra via Barrili e via Neera (Stadera), via Costantino Baroni (Gratosoglio), via Romilli (Corvetto) e via Chiesa Rossa, nell'omonima zona, negli ultimi tempi ha chiuso più volte e anche per un mese 10 bar e una pizzeria, punti d'incontro di pregiudicati magrebini.A Scalo Romana hanno indagato anche su vere e proprie fclan criminali, arrestandone i componenti. Ai fratelli Michelino e Costantino Grifa del Gratosoglio (calabresi legati alla famiglia Molluso) hanno sequestrato 11 chili di cocaina e 500mila euro in contanti che venivano spacciati da Lorenteggio a Corvetto. In galera con i Grifa sono finiti Alessandro Papaleo, detto Gambone, Giuseppe Migliore, conosciuto come Micropino e Carlo Molluso.«Si tratta di gruppi criminali con grande disponibilità di denaro - conclude De Simone -.
La cocaina comprata a 37-38mila euro al chilo la rivendevano a 45mila. L'hashish lo lasciano invece alle numerose batterie di spacciatori magrebini, soprattutto marocchini, anch'essi arrestati a più riprese allo Stadera e al Corvetto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.