Spaccio sui Navigli: i pusher della movida finiscono in manette

Arrestati dieci nordafricani e un italiano. I clienti chiedevano un drink e ricevevano anche la dose: tutto a venti euro

Spaccio sui Navigli: i pusher della movida finiscono in manette

Il sistema era quanto mai complesso: la droga era nascosta nei sotterranei di uno stabile di via Palmieri, ma era spacciata sui Navigli e su su fino a piazza Vetra. Anche la consegna era complicata in quanto il pusher cedeva la sostanza insieme a una birra comprata al bar per passare inosservato. Molto più semplice invece il metodo del barista di via Gorizia, bastava entrare nel suo esercizio, chiedere il «quartino» di coca e uscire. Polizia e carabinieri hanno però messo fine al lucroso traffico, arrestando una dozzina di persone.
Molto articolata, come detto, l’operazione dei carabinieri di Porta Magenta che hanno sgominato un’organizzazione di nordafricani diffidenti e sospettosi. I pusher avevano come base operativa via Palmieri, al quartiere Stadera, tra il civico 1 e 7. Si tratta di un complesso di proprietà dell’Aler, dove risiedevano la maggior parte degli spacciatori che usavano i sotterranei per nascondere soldi e droga. La sostanza infatti, veniva smerciata ai Navigli e alle Colonne attraverso «corrieri» che in bicicletta facevano la spola dal «deposito» ai bar della zona.
Il sistema infatti, prevedeva che l’acquirente chiedesse la sostanza al nordafricano, contrattando quantità e qualità, fumo, ecstasy o cocaina. A quel punto il pusher prendeva la sostanza, poi passava al bar, ordinava da bere, e portava bibita e droga insieme al cliente che pagava la «consumazione». Solitamente birra e fumo, 20 euro. Così nessuno poteva sospettare che insieme al drink passasse anche hashish o coca. I carabinieri l’altro giorno hanno pertanto dovuto organizzare un’articolata rete di appostamento, osservazione e pedinamento che si è sviluppato praticamente dalle 2 del pomeriggio a mezzanotte, anche se il grosso dell’attività si è concentrata durante l’aperitivo, dalle 17.30 alle 20 quando sono scattate le manette. In cella undici persone: dieci arabi e un italiano, Cristiano Franchi, di 40 anni. Non è provato che questi fosse collegato alla banda di africani, ma nella sua abitazione i militari hanno scovato una discreta quantità di fumo. I carabinieri hanno anche identificato e segnalato al Prefetto una ventina di ragazzi tra i 18 e i 26 anni, sorpresi ad acquistare droga. Nello scantinato di via Palmieri infine, sono stati recuperati tra i 15mila e 20mila euro e 150 grammi tra ecstasy, marijuana e cocaina.
Meno complessa l’attività della sezione criminalità diffusa, diretta da Alfredo Criscuolo, costituita all’interno della squadra mobile. Gli agenti si sono infatti appostati in via Gorizia attorno al bar Zumo, interessato a un andirivieni piuttosto sospetto. Che non riguardava solamente tranquilli avventori, ma anche consumatori di cocaina che entravano per comprarsi un «quartino» (di grammo) dal titolare per 40 euro.

Dopo averne fermati e identificati un paio, i poliziotti hanno bloccato Angelo Muzzone, 38 anni, titolare del bar. Tra le bottiglie di liquore gli agenti hanno scovato un etto di cocaina. Mentre nella sua abitazione di Corsico i poliziotti hanno sequestrato 12mila euro, ritenuti frutto dell’attività di spaccio.

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