Spazi e fondi vietati ai gruppi di ultradestra È scontro in Comune

Mozione della sinistra: «Carta antirazzista» Fi: «La estendano a comunisti e antisemiti»

(...) delle associazioni e gruppi neofascisti», il sindaco e la giunta della città Medaglia d'Oro della Resistenza «non devono concedere spazi e fondi a chi non garantisca il rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione professando e/o praticando comportamenti fascisti, razzisti, discriminatori verso ogni orientamento di identità di genere». Le varie concessioni dovrebbero quindi essere subordinate a una «dichiarazione esplicita» di lontananza dall'ultradestra. La sinistra impegna il sindaco a estendere lo stesso indirizzo alle società partecipate (Mm ad esempio non dovrebbe concedere spazi a sigle «nere») e a trasmettere la mozione anche alla Città metropolitana e alla Regione. Nei giorni scorsi Beppe Sala ha già sposato la linea. «Lo sforzo per evitare rigurgiti fascisti non è mai abbastanza - ha detto il sindaco -, non è retorica ma un'iniziativa giuste che appoggerò». Dai banchi dell'opposizione voterà sì anche Basilio Rizzo di Milano in Comune (anche se ha definito la richiesta «una scoperta dell'acqua calda») e il Movimento 5 Stelle, visto che nel consiglio grillino di Torino è già passato un testo analogo. Il centrodestra boccerà invece la mozione perchè la ritiene un «atto di pura propaganda» e «l'apologia di fascismo è già reato»). Il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi aggiunge che «la sinistra non ha voluto condividere un documento unico che dichiarasse in maniera chiara la contrarietà del consiglio a ogni forma di totalitarismo e discriminazione: evidentemente hanno problemi a sottoscrivere un documento che si dichiari anche contro comunismo, antisemitismo e radicalismo islamico. È una mozione divisiva e inutile perchè come è noto le adunate fasciste sono già vietate dalla legge. Un tentativo di spostare l'attenzione dei cittadini per coprire i fallimenti della giunta». Fi presenterà emendamenti per colmare le «lacune» nel testo. Matteo Forte di Milano Popolare rimarca che «Emilio Gentile, uno dei maggiori storici del fascismo, avverte di non de-fascistizzare il fascismo: non è che tutte le idee che non piacciono e non si condividono sono da rigettare nel campo del fascismo. Non a caso nella mozione si parla anche di omofobia, transfobia ecc. Non vorrei che, come ha minacciato la Cirinnà, la sinistra volesse ridefinire in toto la libertà di espressione». Per Paolo Limonta di Insieme x Milano invece è «assolutamente giusta e coerente. L'amministrazione interloquisce con chi si colloca all'interno del perimetro costituzionale e ne rispetta i dettami. Con gli altri, semplicemente, non ci può essere alcun tipo di dialogo e rapporto». Sulla pagina Facebook di Gentili la proposta raccoglie parecchie perplessità.

C'è chi sostiene che «fa acqua da tutte le parti, l'intento può avere senso ma la pratica è lontanissima dal poter avere un'applicazione sensata» e chi contesta il «tempo sprecato a mettere contro le persone e a fare pubblicità al fascismo, ottenendo l'effetto contrario al desiderato. E intanto aumentano i ragazzi disoccupati e gli anziani che frugano nei cestini».

Chiara Campo

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