Spazi verdi da guardare e non toccare?

Complicato fare sport a Milano. Soprattutto ad alto livello. Manca un Palasport degno di tal nome e anche una piscina olimpionica, tanto per fare due esempi. Ma fortunatamente lo sport è anche all'aperto e qui il discorso un po' cambia. Cominciando dall'Idroscalo che è uno degli impianti sportivi più belli d'Europa che negli ultimi anni pare inspiegabilmente dimenticato e abbandonato ad un destino che nulla di buono lascia presagire, spesso, i grandi eventi in città sono sempre accompagnati dalle polemiche. Anni fa al Parco Sempione venne organizzata una tappa della coppa del Mondo di sci da fondo, con giornalisti e tv accreditati da mezzo pianeta, campioni e anche una grande cornice di pubblico. L'organizzazione portò la neve artificiale al Sempione, costruì una pista da fondo straordinaria e, dopo la domenica della gara, la lasciò in eredità (gratis) ai milanesi che volevano divertirsi. E fu un successo. Ma non bastò. Perchè gli ambientalisti (e non solo) fecero polemica sul fatto che neve e sciatori avevano rovinato il parco a cui si aggiunse il conto ( salatissimo) che che Palazzo Marino presentò a chi aveva organizzato l gara per l'occupazione del suolo pubblico. Ora lo scontro è con i ciclisti che a marzo si sfideranno in un mondiale sulle rampe della Montagnetta. Anche qui non si tratta di una garetta sociale, ci sono in gara campioni e medaglie olimpiche. Ma non basta. «Le bici portrebbero rovinare il parco...

» spiegano ancora una volta gli ambientalisti. Però a questo sarebbe bello capire quale deve essere l'uso degli spazi verdi. Camminare, contemplare e filosofeggiare? Oppure, magari, anche correre, scalare le salite in bici, giocare a calcio e goderseli?

ARuz

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