Tra le spese pazze di Bossi jr anche il sistema anti-autoveloxL'inchiesta Le nuove carte

Tra le spese pazze di Bossi jr anche il sistema anti-autoveloxL'inchiesta Le nuove carte

Dalla «A» di Alboni fino alla «U» du Uslenghi. È il nuovo elenco dei consiglieri regionali finiti nel mirino della Procura che indaga sui rimborsi spesa «facili». Sono 37, attraversano due legislature, e appartengono tutti - in attesa che la Gdf concluda l'analisi degli scontrini e delle ricevute di Pd, Idv, Sel, Gruppo misto e Pensionati - alla Popolo delle libertà e alla Lega. Il risultato del lavoro investigativo è praticamente una fotocopia di quanto emerso la scorsa settimana, quando il procuratore aggiunto Alfredo Robeldo notificò i primi 22 inviti a comparire. Pranzi e cene che secondo l'accusa non avevano nulla a che fare con l'attività istituzionale dei politici, decine e decine di rimborsi taxi, materiale elettronico da centinaia o migliaia di euro, ma anche semplici colazioni al bar da pochi spiccioli, aperitivi nei locali «vip» e persino i pacchetti di caramelle acquistati all'Autogrill e caricati sulle tasche dei contribuenti.
E torna il nome di Renzo Bossi (già finito in un'altra inchiesta della Procura), che avrebbe utilizzato denaro pubblico anche per un Mojito, un Campari e un Negroni da 24 euro la notte del 6 luglio 2010, trascorsa all'Hollywood Living, dove la sera prima ne aveva spesi altri 24 per tre Aperol Spritz. Il Trota passa dagli oltre mille euro spesi da Mediaworld nell'agosto di due anni fa e dai mille e 500 per I-pad, I-phone e accessori vari acquistata la vigilia di Natale del 2010, ai 2 euro e 20 centesimi per un trancio di focaccia. Bossi jr, poi, mette in conto Redbull, caramelle e le patatine. E poi ancora sigarette, spazzolini con il nome «Renzo», un frigorifero e persino il «coyote autovelox», un programma per navigatori che individua i rilevatori di velocità piazzati lungo le strade (costo: 188 euro, incluso altro materiale elettronico). Tutto pagato con soldi pubblici, sostiene il procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che al giovane Renzo contesta complessivamente più di 22mila euro di rimborsi illeciti. Restando in casa Lega, ieri la sentatrice Rosy Mauro si è presentata spontaneamente in Procura per chiarire la propria posizione. Alla Mauro, i pm contestano spese «facili» per quasi 7mila e 500 euro, finiti tutti in materiale informatico. «Tre computer, una stampante e un telefono cellulare - ha spiegato ai pm -, materiale in uso ai miei collaboratori, come consentito dal regolamento regionale. Dunque nulla di irregolare e di illecito».
Ma scorrendo l'elenco dei nuovi consiglieri raggiunti dall'invito a comparire, si scopre la passione comune per il sushi (molto frequentato il costosissimo «Nobu», dove una cena per due sfiora i 250 euro) e le tavolate al ristorante (il pdellino Giovanni Rossoni lascerà 1.

800 euro al ristorante «Il violino» di Cremona, per 45 coperti), la tecnologia (all'ex assessore Raffaele Cattaneo vengono contestati 13mila euro spesi per acquistare 6 I-Phone, 3 stampanti, 3 notebook Apple e 6 notebook Sony). Ma il recordman delle spese è Mario Sala (Pdl): dal 2008 al 2008 ha chiesto rimborsi per più di 104mila euro. Nessuno come lui.

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