Da sinistra a destra. Di maggioranza e opposizione. I grandi partiti e quelli con preferenze da prefisso telefonico. Tutti (o quasi) rinviati a giudizio. L'inchiesta sulle «spese pazze» dei consigileri regionali arriva a un primo punto fermo ieri, quando il giudice per l'udienza prelimare Fabrizio D'Arcangelo manda a processo 55 politici (ed ex) del Pirellone con l'accusa di truffa e peculato, ne condanna tre con rito abbreviato e ne proscioglie tre per un vizio di procedura.
A due anni, dunque, vegono condannati Alberto Bonetti Baroggi (eletto nelle liste del Popolo della libertà e poi passato al Nuovo centrodestra) che ha risarcito alla Corte dei conti la cifra contestata, e Carlo Spreafico (Partito democratico), e a un anno e mezzo Angelo Costanzo (anche lui del Pd). Escono dal processo, invece, l'ex capogruppo in Regione dei Dem Carlo Porcari e l'attuale deputato del Pd Guido Galperti. Assieme a loro anche gli ex assessori Gianni Rossoni e Mario Scotti.
Nel processo, dunque, sarà rappresentato tutto l'emiciclio del Pirellone: dal Pdl al Pd, dalla Lega a Sinistra e Libertà, Italia dei Valori, Udc, Partito Pensionati.
Ecco, la trasversale fotografia di un sistema nel quale i politici avrebbero ampiamente abusato di benefit e rimborsi, caricando sui contribuenti ogni genre di spesa e vizio che nulla aveva a che fare con l'attività istituzionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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