Il Corriere dello Sport apre ledizione del lunedì con le manovre in corso dellInter per dire addio a San Siro e farsi uno stadio nuovo e ieri - combinazione? - il presidente Massimo Moratti sale gli scaloni di Palazzo Marino per dirigersi nellufficio del sindaco. Un colloquio durato circa quaranta minuti, poi il patron dei nerazzurri ha dribblato i cronisti evitando luscita principale. Essì dallentourage del sindaco assicurano che è stato un fuori programma, Pisapia parlava con lassessore alla Cultura Stefano Boeri, è arrivata sul suo cellulare una telefonata di Moratti e lhanno invitato ad un incontro conviviale. Abboccamenti in corso, piuttosto. Salendo dal sindaco, Massimo Moratti ha provato a glissare, «i progetti sullo stadio me li sono trovati anchio sui giornali» ma ricorda che «sono dodici anni che se ne parla e non succede niente». La volontà di uno stadio nuovo di zecca come quello della Juventus però esiste? «La volontà non basta, servono delle condizioni». E di queste condizioni deve aver parlato con Giuliano Pisapia.
Al momento Inter e Milan condividono la gestione dello stadio Meazza, la convenzione dura fino al 2030, laccordo riconfermato di recente prevede che i due club versino al Comune circa otto milioni di euro allanno e lamministrazione investe il settanta per cento della somma in opere di restyling.
Forse era nei sogni di Moratti da dodici anni, ma si parla dellimpianto nuovo più o meno dal 2002. Nei giorni scorsi è emerso che ora lInter avrebbe trovato un importante finanziamento in Oriente, da parte della China Railway Construction Corporation, ma altre cordate potrebbero unirsi nelloperazione. Per lo stadio da 60mila posti che ha in mente il club servono tra i duecento e duecentocinquanta milioni di euro, obiettivo 2016. Per ora sarebbero cinque le opzioni in campo, tre nellhinterland, Pioltello, Settimo Milanese, Rozzano, e due in città: Gratosoglio e Rogoredo.
Se lInter vuole davvero inaugurare il nuovo stadio entro quattro anni, deve velocizzare le trattative con il Comune.
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