Stangata al concorso per avvocati: bocciati la metà

L'esame sostenuto a dicembre in Fiera. Sui social rabbia e delusione. E c'è chi vende i codici...

Sulle pagine social degli aspiranti avvocati appaiono annunci commoventi: «Vendo codici utilizzati solo una volta in sede di esame, tutto a metà prezzo». Sono gli effetti dello choc seguito alla pubblicazione ieri mattina dei risultati dei concorsi per l'abilitazione alla professione forense: dei 3.300 laureati in giurisprudenza che hanno sostenuto la prova scritta a Milano nello scorso dicembre, solo la metà sarebbe stata ammessa agli orali. E parte subito l'ondata di proteste e di rabbia.

La rabbia degli esclusi è comprensibile, perchè ormai ad affrontare l'esame di abilitazione si arriva al termine di un percorso lungo e faticoso, che oltre alla laurea richiede anche le scuole di specializzazione o il tirocinio, e così c'è chi arriva a gravare sulle famiglie d'origine fino ai trent'anni e oltre: sacrifici che ora vanno a naufragare contro la bocciatura. E si attacca anche la lunga attesa tra esame e responso: le prove scritte erano state sostenute tra l'11 e il 13 dicembre alla Fiera, e il risultato è stato comunicato solo ieri, ultima tra tutte le città d'Italia.

A correggere i compiti dei milanesi è stata la commissione di Napoli, secondo uno schema introdotto anni per evitare disparità di valutazione. Ma resta il fatto che le bocciature milanesi, anche se lontane dai record di Genova (solo il 27 per cento di ammessi) suscitano i malumori di molti.

Certo, sull'altro piatto della bilancia c'è il numero spropositato di avvocati sulla piazza milanese: 25mila, praticanti compresi. Servono davvero altre toghe? Ma fin quando Giurisprudenza sforna laureati, a «contingentarle» provvedono le bocciature.

LF

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