Nonostante abbiano pagato il 18% in più rispetto alla media nazionale per la prima casa e il 67% in più per la seconda - e siamo solo alla prima rata dell'Imu - i milanesi possono ancora dirsi fortunati. Il capoluogo lombardo, infatti risulta essere solo sesto nella classifica delle città italiane più tartassate. Un bel paradosso, se si pensa che la gabella sulla casa - in media una «botta» da 99 euro per la prima e 224 per la seconda - che ha tenuto banco nel dibattito consigliare per molti nottate, è solo una delle tante piovute sulla testa dei milanesi in questi ultimi mesi. Palazzo Marino, infatti, ha approvato a giugno anche l'aumento dell'addizionale Irpef e della Tarsu, la tassa sui rifiuti.
Detiene il primato, sulla prima casa, Roma che ha visto l'aliquota raddoppiare (+102%) rispetto al resto dei comuni. L'importo medio dei versamenti è stato pari a 170 euro, ma il secondo sarà ancora più elevato visto che l'amministrazione ha aumentato l'aliquota. Seguono sul podio Bologna con un +67% (140 euro), Genova (+27%) e a Napoli (+25%). In controtendenza Palermo: qui la rata media sulla prima casa ammontava a soli 54 euro, al di sotto della media generale del 36%, e di 168 euro sulla seconda, il 4% in più della media nazionale.
Anche per la seconda casa al primo posto si classifica la Capitale con 325 euro di bollettino medio, seguita da Bologna con 319, indietro Milano che con 224 euro registra +67%.
A fotografare la situazione i dati del Caf Cisl, che rappresenta circa il 18% del mercato dei Caf nazionale, raccolti sulle distinte di pagamento dei contribuenti che si sono rivolti alle loro sedi. Una mole di circa 1,2 milioni di bollettini compilati in 900 sedi sul territorio.
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