Dopo la stangata di Sala un bimbo su quattro rinuncia al centro estivo

Tra gli alunni delle primarie -23% di iscritti Recuperati 777 milioni di morosità mense

Dopo la stangata di Sala un bimbo su quattro rinuncia al centro estivo

Una stangata tra il 3 e il 118 per cento per le famiglie sopra i 18mila euro. Chi fino all'anno scorso - per dire - versava 89 euro per iscrivere il figlio al campus del Comune per due settimane quest'estate deve sborsarne 196, più del doppio. É la rivoluzione delle 21 nuove fasce Isee introdotte a marzo da Palazzo Marino per le iscrizioni ai centri estivi e alle case vacanze. Con una nuova regola tassativa: chi non è in regola con i pagamenti della mensa scolastica per l'anno scolastico 2015/2016, chi ha rate gi scadute per il 2015/2016 o con i servizi di pre e dopo scuola degli ultimi due anni non può accedere ai campus estivi. L'effetto della «manovra Sala» si deduce dalle cifre distribuite ieri dalla vicesindaco e assessore all'Educazione Anna Scavuzzo. Oltre duemila bimbi (2.161 per la precisione) in meno rispetto al 2016. A questi vanno aggiunte le 1.273 prenotazioni in meno alle Case vacanza (dalle 4.957 dell'estate scorse si è scesi a 3.684, anche se la capienza di posti totali si aggira intorno ai 3.600 e dovrebbe essere comunque raggiunta, le iscrizioni effettive nel 2016 furono poi mille di meno).

L'effetto più forte della fuga dai campus comunali si sconta nelle primarie. Si sono iscritti 5.901 bimbi contro i 7.258 dell'estate 2016, il 23% - quasi uno su quattro - ha rinunciato. I genitori si sono auto-organizzati o forse chi ha le possibilità ha preferito scegliere una centro estivo privato. Va anche detto che sugli 11,4 di morosità totale nelle mense (5 milioni si riferiscono ad anni pregressi), la parte del leone la fanno proprio le famiglie con bimbi alle elementare. Su 33.083 casi di insolvenze a carico del Comune al marzo 2017, più di 20mila riguarda bimbi delle primarie. «Quando avremo in mano i dati definitivi - spiega Scavuzzo - capiremo se l'obbligo di regolarizzazione ha spinto a scegliere di non iscrivere i bimbi al campus piuttosto di pagare le rate della mensa non versate». L'effetto positivo della regola: da marzo a fine anno il Comune ha recuperato oltre 777.700 euro di insolvenze, e la parte più grossa non a caso da parte di famiglie con bimbi iscritti alle primarie (2.953 casi, per n totale di 527.804,46 euro).

Per quanto riguarda i bimbi in età da asilo, nei nidi - in controtendenza - si è registrato un aumento di 200 iscritti (pari al 4%) nei centri estivi rispetto al 2016, mentre nelle scuole d'infanzia ha rinunciato il 15% dei bambini (sono 1.004 in meno rispetto alla scorsa estate), mettendo insieme i due dati, il calo dunque per la fascia da zero a sei anni è del 7%. Presentando la rivoluzione Isee la giunta aveva fissato l'obiettivo di almeno 1,3 milioni di maggiori incassi. Ora la Scavuzzo frena, «forse saranno meno» ma insiste anche sul «positivo recupero dai morosi delle mense. Chi è in una situazione reale di difficoltà non deve concedersi uno sconto fai-da-te, si faccia avanti e i tecnici lo aiuteranno a stilare l'Isee e a prevedere un piano di rateizzazione lungo. Ma non possiamo tollerare i furbetti».

Da sinistra polemizza Basilio Rizzo (Milano in Comune): «Se meno persone partecipano ad un servizio scolastico non dobbiamo essere contenti dal punto di vista educativo. Se anche avremo raggiunto un obiettivo economico bisognerà interrogarsi sulle ragioni, va bene recuperare la morosità dei furbetti ma dobbiamo intervenire di fronte ai casi di difficoltà reali».

Per Silvia Sardone (Fi) «molte famiglie si sono rivolte agli oratori perchè costano meno o aggiungendo una decina di euro a settimana chi se lo può permettere ha optato per camp che offrono corsi di inglese o di sport».

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