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Stasera Beyoncé esordisce a San Siro In 50mila già pronti all'invasione

L'eterno Neil Young torna a Milano con rock elettrico e country Al Market Sound suona «Heart», l'ultimo album stile ecologista

Luca Testoni

Il luglio in salsa milanese? Dal punto di vista meteorologico, il mese più caldo dell'anno. Musicalmente parlando, poi, in luglio si assiste alla massima concentrazione di grandi concerti. Spesso in cartellone lo stesso giorno alla stessa ora. Proprio come stasera, quando non meno di 50mila fan invaderanno pacificamente San Siro per assistere alla spettacolare prima volta al Meazza di Beyoncé, la diva incontrastata del black pop made in Usa, mentre qualche migliaio di persone si darà appuntamento al Market Sound di via Lombroso per l'eterno Neil Young.

Ci si sbaglia di grosso a liquidare l'inquilina odierna del Meazza, Beyoncé Knowles, come una delle tante (troppe?) popstar, per quanto (forse) la più sexy. Già, perché la fascinosa moglie del produttore-rapper Jay Z, un passato da ragazza prodigio con le Destiny's Child, oltre ad essere una dotata cantante e una performer ricca di talento, è diventata con il passare degli anni un vero e proprio punto di riferimento per molte donne della sua generazione, specie nella comunità nera. Della serie: oltre le canzonette, c'è di più. C'è spazio per discorsi di uguaglianza di genere e di riscatto della componente afromericana. Discorsi che chiamano alla memoria l'indimenticata (e meno pop...) Nina Simone e che fanno capolino qua e là anche nell'ultimo album (di inevitabile successo) Lemonade, una dozzina di canzoni audiovisuali, sospese tra pop sofisticatissimo, radici afro e ritmiche hip hop, in cui la star dell'ultimo Superbowl ha avuto il coraggio di mettere piazza con lucidità le (non poche) umiliazioni vissute nella sua turbolenta storia d'amore con l'illustre marito.

Tutt'altra musica con Neil Young che, in barba ad un carattere tutto fuorché semplice e accomodante, superati i 70 anni resta una delle icone viventi del rock'n'roll.

Premesso che revival e nostalgia sono parole bandite dal personalissimo dizionario musical-artistico del cantante-chitarrista canadese, al giorno d'oggi nessuno dei suoi illustri coetanei - Bob Dylan, Rolling Stones, Paul McCartney - fa dischi belli come quelli dell'autore di inni rock intramontabili come Rust Never Sleeps, Rockin' In the Free World e Hey Hey My My (Into The Black). E che dire dell'inconfondibile voce sottile, quasi in falsetto? Funziona ancora alla grande. A riprova del fatto che il futuro è la sua piacevole ossessione, eccolo in tour con Heart, l'album del 2016 con cui ha rinnovato la propria indefessa fede ecologista. Al suo fianco, non più i suoi fidi Crazy Horse, bensì i Promise of The Real, l'affiatata band di Lukas e Micah Nelson, figli del vecchio compagno di avventura, il leggendario cantante country Willie Nelson.

Preparatevi a tre ore abbondanti di musica per altrettanti, vibranti set: il primo, più acustico; il secondo, dal sapore country-roots; e, il terzo, dall'anima più fieramente elettrica, la sua preferita. Un'emozione unica. Che volete? Neil Young è ancora «posseduto» dal sacro fuoco del rock.

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