Cronaca locale

Radical chic contro Montanelli, ancora polemiche sulla statua

Ancora discussioni e polemiche sulla questione legata al richiesto abbattimento della statua di Montanelli dai Giardini pubblici di via Palestro a Milano, i radical chic di sinistra affondano il colpo

Radical chic contro Montanelli, ancora polemiche sulla statua

Sta continuando a far discutere quanto accaduto nelle ultime ore a Milano, dopo che il gruppo di "laici e antifascisti" dei cosiddetti Sentinelli, cavalcando l'onda del caso della morte di George Floyd per utilizzare la tematica "razzismo" come chiave di lettura unica, ha chiesto la rimozione della statua di Indro Montanelli dai giardini pubblici di via Palestro e la cancellazione dell'intitolazione degli stessi al giornalista originario di Fucecchio.

"A Milano ci sono un parco e una statua dedicati a Indro Montanelli, che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l'aggressione del regime fascista all'Etiopia. Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l'intero consiglio a valutare l'ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i Giardini Pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d'Oro della Resistenza", chiedevano su Facebook i Sentinelli. La morte di Floyd, secondo gli attivisti, deve richiamare "ogni amministrazione comunale a ripensare ai simboli del proprio territorio e a quello che rappresentano".

Un'idea che ha subito attirato l'attenzione del Pd che sostiene Sala in consiglio comunale. "Credo che la richiesta dei Sentinelli vada sicuramente discussa in consiglio. Quando ci viene presentata una proposta noi siamo sempre pronti ad accoglierla e discuterne, soprattutto quando tocca i temi dei diritti e della dignità delle persone", aveva replicato Diana De Marchi. Sostegno anche dal collega di partito Alessandro Giungi, che aveva anche aggiunto: "Su questa scia ho depositato nei giorni scorsi un ordine del giorno per intitolare i giardini di via Ardissone, da poco riqualificati, a Rosa Parks".

Quest'oggi è stato il turno di Gad Lerner, che, dall'alto del suo piedistallo è arrivato a sminuire la figura di Montanelli."Andiamoci piano con l'abbattimento delle statue. Qualcuno potrebbe ricordare che la Bibbia contempla schiavismo e patriarcato: rimuoviamo pure il Mosè di Michelangelo?", esordisce su Twitter il giornalista e conduttore televisivo originario di Beirut (Libano), per poi affondare. "Montanelli è oggetto di venerazione sproporzionata alla sua biografia, non alimentiamola boicottandolo".

L'attacco dei radical chic prosegue con le parole dello scrittore Christian Raimo, che su Facebook rincara la dose. "Una statua che molti vorrebbero togliere è già risignificata, è un feticcio traballante. Ora chi la difende è costretto a difendere la celebrazione del colonialismo fascista e del maschilismo violento". Montanelli per lo scrittore è stato in molti casi "un maestro di cattivo giornalismo e di cattivo mestiere dello storico. Annedotico, tronfio, terzista nel senso peggiore del termine".

"Anche le statue fanno il loro tempo, e se negli ultimi anni della sua vita Montanelli è stato un monumento vivente persino a sinistra, oggi è una statua fragile", aggiunge Raimo.

"L'aver rivendicato fino alla morte il colonialismo italiano e l'abitudine a poter usare liberamente il corpo di bambine africane non viene oscurato dalla fama che si è conquistato in tutto il resto della sua vita".

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