La stazione Garibaldi? Un incubo tra code e topi

Strettoie incomprensibili, cartelli insufficienti e buche nelle strade. Così i turisti ora si perdono

La stazione Garibaldi? Un incubo tra code e topi

Anche se è nuova, la stazione Garibaldi ha già un mare di problemi. Viabilità e segnaletica sono solo i due più evidenti per quello che con l'arrivo della metro Lilla è diventato il più grande hub italiano del trasporto pubblico locale. Il presidente di Atm Bruno Rota esultava poco tempo fa per il congiungimento con la linea 5 celebrando il «grande snodo di interscambio come ce ne sono nelle altre grandi città europee», ma a chi ci lavora tutti i giorni o per chi la frequenta per ora sembra più un grande nodo.

Circolare in auto è molto difficile: il percorso obbligato, simile a un anello schiacciato, è tortuoso e stretto, ci passa una vettura alla volta, e dunque sono sufficienti due macchine in più e ci si blocca. Per percorrere pochi metri si perdono mezz'ore. E questi sono solo i problemi in cui chiunque può imbattersi recandosi alla stazione un giorno qualunque della settimana. «Dovresti vedere cosa succede la domenica quando ci sono le comitive di boy scout – dice con un sorriso Francesco, tassista –. Tutti i famigliari si accalcano per aspettarli e parcheggiano ovunque incastrando le auto come meglio possono». Ma non è solo una questione di scolaresche e affini come spiega Francesco: «Intanto c'è un problema di sicurezza perché con un'unica via di accesso, mentre prima almeno erano due, è molto facile che si creino degli ingorghi e anche con una sirena un'ambulanza farebbe fatica a muoversi, poi c'è la questione dell'asfalto: è pieno di buche dappertutto». «Sembra – commenta un suo collega dai capelli bianchi – che qui non vengano mai a aggiustare la carreggiata e – aggiunge - è pure pieno di ratt». In effetti, il pur breve anello di asfalto è una collezione di buche di varie forme e misure. E anche sulla questione dei topi, ratt in dialetto milanese, ci sono delle conferme: «Ce ne sono eccome – afferma Emanuele, addetto al servizio pulizie - e la situazione è già migliorata: prima erano centinaia, ora tenendo più pulita anche la zona dei cassonetti sono di meno, ma sempre tanti».

Anche per i pedoni però non sono tutte rose e fiori, in particolare per la segnaletica poco chiara. «Pensi – sottolinea Tomas, che lavoro al servizio di cambiavalute posto quasi all'uscita della stazione – che la maggior parte delle persone mi chiede dove sia l'uscita della stazione che è a pochi metri da qui». «Guardi è davvero una domanda via l'altra – conferma la commessa di un negozio di abbigliamento –. Soprattutto chi viene dall'estero è disorientato. Per fortuna conosco tre lingue quindi ho dato informazioni di ogni genere a moltissime nazionalità ma il mio lavoro sarebbe un altro». «Ci chiedono di tutto – conferma il commesso di un punto vendita dedicato alle scarpe –. Da dove si può trovare un bagno a come raggiungere il Duomo». E anche dal tabaccaio la solfa è la stessa, italiani e non, cercano tutti le indicazioni per orientarsi nel labirinto di Garibaldi.

Senza contare che se tra i meandri della stazione si perdono gli italiani, gli stranieri finiscono protagonisti di siparietti tra il divertente e il deprimente: «L'unico cartello “taxi” – racconta Francesco – è all'inizio del nostro parcheggio, non dove comincia la fila, perciò gli stranieri che sono abituati a cose che funzionano bene si mettono sotto il cartello, mentre gli italiani dalla parte giusta della fila sgomitano per accaparrarsi un taxi». Così mentre l'inglese o il giapponese aspetta il suo turno sotto il cartello, peraltro storto, finiscono i tassisti disponibili. Anche perché i conducenti di taxi sono stretti tra due problemi ulteriori come specifica Francesco: «Qui abbiamo pochi posti, qualche volta occupati da chi carica e scarica. Perciò spesso ci accalchiamo vicino all'angolo a sinistra e poi viene la Polizia locale a dirci che dobbiamo spostarci. Noi ci spostiamo e la gente si lamenta perché non ci sono mai abbastanza taxi davanti alla stazione».

Dice molto il commento di chi ha da vent'anni un baracchino di bibite e panini appena fuori dalla stazione: «Meglio prima o meglio adesso? Non saprei proprio. Di sicuro ingorghi così sul viale appena fuori dall'anello non ci sono mai stati».

E dopo gli investimenti milionari per rifare l'hub del trasporto pubblico, visto anche che tra un anno inizia Expo 2015 con i milioni di visitatori previsti, forse non è il massimo. E certamente richiedi interventi radicali.

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