Lo stop da Roma: niente deroga al Patto di stabilità per le opere Expo

Risuona terribilmente come le profezie di Nostradamus la preoccupazione dichiarata giorni fa dal presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo. L'esponente della sinistra radicale si fida sempre meno dell'assessore al Bilancio Bruno Tabacci, l'ex democristiano che Giuliano Pisapia ha voluto in giunta perchè da parlamentare agevolasse i rapporti tra Milano e Roma. Ma un fondo semi-governativo come F2i, dopo aver acquisito il 30% di Sea dal Comune ha bloccato la quotazione in Borsa a colpi di esposti e lettere alla Consob. E Rizzo giorni fa avvertiva: «Non vorrei che facessimo la stessa fine con Expo. Da Roma ci rassicurano, ci dicono di proseguire, e poi ci indebitiamo per i prossimi vent'anni perchè non arrivano fondi». Il pressing di Tabacci forse è stato massiccio ma inefficace. Fatto sta che a Roma per ora è scomparso dal Decreto sviluppo l'emendamento che chiedeva di concedere una deroga al Patto di stabilità agli enti che devono investire per le infrastrutture connesse ad Expo.

I Comuni - Milano, Pero e Rho - chiedono per il 2013 di poter eliminare dal calcolo nei Bilanci amministrativi le grandi opere per il 2015, ma la Commissione tecnica che a Roma doveva fornire il parere sulla copertura economica dell'emendamento ha dato risposta negativa. Ora Milano si aggancia alla Legge di stabilità. Ultima spiaggia.

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