Storia dei «Gioielli alla moda» in mostra cinquecento bijoux

A Palazzo Reale fino al 20 novembre i capolavori creati dai maestri bigiottieri dal dopoguerra a oggi

Paola Fucilieri

La bigiotteria italiana è sempre stata particolarmente bella, spesso geniale e fonte di intuizioni luminose per artisti e stilisti. Un'eccellenza mondiale che gli americani ci invidiano sin dal 1951. L'anno in cui Giovanni Battista Giorgini presentò la prima sfilata di moda italiana a Firenze, imponendo l'incontro tra i nostri bijoux-gioiello e i buyer yankee, mentre a Milano, in una mostra alla Triennale in cui vennero esposte oreficerie, argenterie e bigiotterie, furono proprio queste ultime a riscuotere il maggiore e strepitoso consenso. Per questo è destinata a bissare (se non a superare) il successo ottenuto a febbraio, la seconda mostra allestita dall'instancabile e appassionata docente di design del gioiello al Politecnico nonché direttore del museo del gioiello di Vicenza Alba Cappellieri nelle sale degli arazzi a Palazzo Reale dal titolo Gioielli alla moda che parte oggi e durerà fino al 20 novembre. Inserita nel connubio tra Fiera Milano (con «Homi», il Salone degli stili di vita in programma a Fiera Milano con la sua settima edizione dal 27 al 30 gennaio prossimi), il Comune (con l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno) e Palazzo Reale con il «padrone di casa» Domenico Piraina, direttore del Polo mostre e musei scientifici.

La filosofia di questa collaborazione rivelatasi assai proficua - come ha sottolineato il presidente di Fiera Milano Roberto Rettani - si rifà «all'impegno di portare la città in Fiera e la Fiera in città». Concetto di base a cui si ispira non solo «Homi», legata al bijoux, ma al quale saranno fedeli anche i nuovissimi eventi fieristici milanesi della prossima primavera, cioè la fiera del libro e quella del food.

Tornando nello specifico a Gioielli alla moda è difficile scegliere la più entusiasmante tra le tre sezioni - e le tre sale - in cui Cappellieri ha suddiviso la mostra e i suoi cinquecento pezzi: Gioielli per la moda, dedicata ai maestri bigiottieri che collaborano con gli stilisti e quindi molto improntata sugli anni '80; Gioielli di moda che espone i preziosi realizzati e autoprodotti dai designer, con un focus sui progetti creativi e, infine Gioielli con la moda, dedicata ai principali stilisti e alla capacità del gioiello di interagire con l'abito, sezione nella quale sono presenti anche anticipazioni per il 2017 di Missoni e Marni. Perché, come ha voluto sottolineare Cappellieri - che auspica fortemente un ritorno a una stretta collaborazione tra stilisti e bigiottieri, oggi perlopiù limitati a fare da fornitori alle sfilate - «Palazzo Reale merita di offrire al visitatore la contemporaneità della moda».

Quindi un profluvio di colori e metalli, cristalli, plastica, resine, strass, perline, ottone, filati di Correani, Sharra Pagano, Ornella, ma anche gioielli in 3D o in materiali poveri come la carta glitterata, bigiotteria di pelle, la collana di sirene di ceramica creata in controtendenza da Missoni nel 1995, in piena era minimalista.

Tutti pezzi creati da «monumentali bigiottieri» dice Cappellieri, «studiati, cercati e poi richiesti» per la mostra dalla docente-studiosa del gioiello, ispiratasi per questa esposizione al concetto di «frammento, come simbolo della nostra epoca».

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