Tamara e la sua storia: ieri le speranze di ragazza infrante in un pugno di fogli, oggi i viaggi e il senso di libertà che neanche una sedia a rotelle può limitare. «Soprattutto all'estero, dove ci sono più mete accessibili che in Italia», puntualizza. Michela e la sua «ora d'aria» che oggi davanti allo sguardo di un pubblico attento si concretizza in due immagini: il sax contralto, lo strumento che suona nella banda del paese, passione in note che ora condivide anche con la figlia (e il suo corno francese); e le vette innevate da conquistare in periodiche imprese «formato famiglia». E infine Valentina, che si è spogliata del suo camice bianco per raccontare di un amore e di una malattia - la sclerosi multipla - che è entrata non solo nella sua tesi di laurea ma nella vita, toccandola dentro, e diventando protagonista dei suoi sacrifici lavorativi. Non una parola scritta in una cartella clinica, non una terapia o una risonanza: la sclerosi multipla è «tante vite» e queste vite si raccontano con parole e con immagini che vengono fuori in tempo reale dal pennarello di un'illustratrice. E rimangono fissate su una tavola artistica. In mostra per chi vorrà guardarle, e ascoltarne il messaggio. Succede a Milano all'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. E succederà ancora. Perché quella di ieri nell'Irccs di via Celoria è solo la prima tappa del tour 2019 di «Io non sclero», il progetto di sensibilizzazione e informazione sulla sclerosi multipla sviluppato da Biogen e dall'Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere (Onda), in collaborazione con l'Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e con il patrocinio della Società italiana di neurologia (Sin). e storie vere di chi convive con una malattia neurodegenerativa che colpisce nel pieno della vita saranno le protagoniste di un «giro d'Italia» e in ogni tappa ispireranno creazioni artistiche «live» davanti al pubblico.
Illustrazioni che poi rimarranno esposte per alcune settimane negli ospedali coinvolti. Parole d'ordine: raccontarsi, condividere. Trovare insieme energie nuove per affrontare la malattia, che «certi giorni ti mette in ginocchio». Ma la vita è più forte.
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