Antonio RuzzoNon siamo solo pizza e mandolino, senza nulla togliere ovviamente nè all'una, nè all'altro. Anzi. Ma Italia e «made in Italy» sono anche tante altre cose insieme, una ricchezza trasversale che dal cibo e dalla buona cucina passa attraverso la nostra storia, la nostra cultura e la nostra capacità di lasciare quasi sempre un segno inconfondibile. E spesso purtroppo questo viene riconosciuto più all'estero che in patria. Ecco che allora raccontare Antonio Stradivari, le origini e l'affermazione della liuteria cremonese nel mondo diventano una mostra che in Arizona, a Phoenix, si annuncia come un vero e proprio evento. Il «Mim», Musical instruments museum, che la ospiterà da domani fino al 5 giugno, è una eccezionale struttura, costruita nel deserto americano con oltre 10 mila strumenti di tutto il mondo e in cui passano più di 250.000 visitatori all'anno. Organizzato per aree geografiche offre un panorama unico della musica e della sua storia fornendo ai visitatori contributi musicali, video e performance dal vivo. Il Mim già ospita un'area dedicata alla liuteria cremonese che però ora con la mostra sarà ovviamnete approfondita con gli strumenti e reperti del laboratotio di Stradivari portati da Cremona. «Stradivarius: origins and legacy of the greatest violin maker» è l'ennesimo, fantastico biglietto da visita per il made in itlay e la rassegna, realizzata in collaborazione con il Museo del Violino di Cremona e il network internazionale «Friends of Stradivari», illustra quanto e come i liutai cremonesi siano stati determinanti per l'evoluzione della cultura musicale occidentale dal XVI secolo in poi. Sarà dunque possibile ammirare e ascoltare capolavori senza tempo, in buona parte provenienti proprio dal Museo cremonese. Lo strumento più antico è un Andrea Amati, del 1566 circa, realizzato per Carlo IX re di Francia. Ed è uno dei primi violini mai costruiti. Ma a Phoenix sarà esposto il meglio della tradizione liutaia italiana. Tra il Sei e Settecento infatti lavorarono a Cremona i Maestri più celebrati: Giuseppe Guarneri, genio ribelle, e il liutaio per antonomasia, Antonio Stradivari. E in mostra si possono osservare rispettivamente i loro violini «Principe Doria» (1734)e «Artôt-Alard» (1728). La destinazione finale di questo «viaggio» sarà invece la sala da concerto del Mim con un ricco programma di concerti.
Dal recital di Rachel Barton Pine che porrà a confronto, in un inconsueto duello, uno Stradivari e un Guarneri, allo swing di Regina Carter con inedite commistioni fra tradizione classica, rhythm & blues e jazz. I riflettori si accenderanno poi su Midori Got e sul suo virtuosismo baluginante, sul folk dell'americano Mark O'Connor e sui i migliori allievi dell' ASU Herberger Institute School of Music.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.