Ridotti al minimo, spesso inutilizzabili la notte e il più delle volte inagibili e poco igienici. Sono i bagni pubblici di Milano, finiti sotto la lente di ingrandimento del Comune che a luglio ha lanciato un appalto per sostituirne una settantina, affidando ai privati che vogliono farsene carico anche la possibilità di sfruttarli per inserire pubblicità dalle quali ricavare guadagno. Solo che non tutte le concessionarie possono partecipare al bando, aperto esclusivamente ad aziende operanti nel settore delle costruzioni con almeno un milione e mezzo di fatturato annuo. Regole che avevano fatto storcere il naso anche alle associazioni convinte che, scritta così, la gara avrebbe finito solo per assegnare fette di pubblicità esterna, senza risolvere realmente il problema.
Un dibattito, quello relativo alle toilette meneghine, che era già montato durante le fasi più acute della pandemia. Con i locali chiusi ci si era resi conto della necessità, per molte categorie come i tassisti, di disporre dei wc pubblici. Lo scorso aprile poi, al termine di un lungo braccio di ferro con le associazioni, Palazzo Marino aveva diramato la lista dei bagni presenti in città. Si tratta di 254 impianti funzionanti, 107 dei quali situati però all'interno della metropolitana con l'impossibilità di essere sfruttati durante gli orari di stop notturni. Ma anche tra i restanti 147 in superficie, 72 si trovano all'interno di strutture o di parchi pubblici chiusi la sera, mentre quelli «chimici» aperti a tutti sono solo 75, la maggior parte deteriorati o fuori uso.
«Quello che sontestiamo spiega il capogruppo di Forza Italia in Comune Fabrizio De Pasquale è che questa strada intrapresa dalla giunta ripercorra un esperimento già fallito». Le toilette autopulenti «non hanno vita facile in una città come Milano, ci sono persone che le vandalizzano e altre che le usano impropriamente. Così in pochi hanno voglia di andarci».
Per De Pasquale la soluzione sarebbe «affidare la gestione dei bagni a delle cooperative che si assumano l'onere di garantire la pulizia e la custodia». Così i privati sarebbero esentati dalle spese di rifacimento e dovrebbero pensare solamente al servizio.
Ma al centrodestra non è piaciuta nemmeno la tempistica con cui si è deciso di mettere in piedi il bando di luglio: «Molto strano conclude De Pasquale che venga pubblicato a ridosso delle elezioni. Forse sarebbe meglio farlo quando c'è un'amministrazione in carica che può occuparsene più direttamente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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