Sono stati «schisci» per quattro giorni, sapendo che la polizia li stava cercando. Poi però hanno dovuto accendere il cellulare per cercare rifugio in Veneto e sono stati intercettati, pedinati e infine arrestati a Brescia. Altri tre cinesi del branco che ha violentato la giovane connazionale hanno così raggiunto i primi tre, presi subito dopo lo stupro. Adesso ne rimangono tre, braccati come animali.
Si sta quindi avviando a conclusione la caccia ai 9 stupratori che dopo aver conosciuto una ragazzina di 17 anni, domenica sera lhanno attirata a parco Lambro e violentata in sei. Gli ultimi tre non ce lhanno fatta perché un passante li ha messi in allarme. «Zitta che è meglio», le avevano poi intimato, ma lei ha denunciato tutto e il giorno dopo i primi tre, cinesi regolari tra i 21 e i 33 anni, erano in manette. Interrogati, hanno confessato, raccontato le loro bravate di rapinatori ed estorsori, oltre che stupratori, e fatto i nomi dei complici. Senza però poter dare indicazioni utili su dove trovarli.
Partendo dai cellulari, però, la squadra mobile, diretta dal vice dirigente Fabio Bernardi, ha steso la rete e alla prima mossa falsa li ha individuati. I tre, questa volta clandestini, sono usciti giovedì dai loro nascondigli diretti nel Veneto. A Brescia si sono però fermati in un ristorante cinese. Sono intervenuti i poliziotti bresciani che sono riusciti a individuare il locale e sorvegliarlo fino allarrivo degli investigatori milanesi. Qualche momento di apprensione perché i balordi sembravano spariti.
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