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Sui Navigli locali aperti fino alle 3

Chiusura per tutti entro le due mentre nella zona della Darsena serrande alzate un'ora in più

I negozi e i chioschi possono restare aperti 24 ore su 24 in ogni angolo della città. Fuorché nelle zone della movida, dove saranno obbligati a chiudere entro le 2 di notte.

Il piano del Comune per regolare gli orari di apertura e chiusura dei locali sfodera un altro jolly. Cioè vieta l'ingresso in centro ai camioncini dei «paninari», per i quali sono previste solo 9 postazioni a rotazione tra Area C e la cerchia della 90-91 e l'obbligo di chiusura entro le 2 di notte. Una misura che ha già sollevato le critiche della maggioranza. «Troppo rigide le limitazioni contro i paninari - commenta Luca Gibillini (Sel) - Il piano andrebbe ammorbidito, ad esempio aumentando il numero delle postazioni per la sosta dei mezzi e accorciando la distanza dalle residenze».

Il piano presentato in commissione Commercio dall'assessore Franco D'Alfonso sembra già prestare il fianco a parecchie critiche. A cominciare da quelle di Confcommercio. «Il Comune ci ha fatto vedere solo di sfuggita il piano degli orari - protesta Marco Barbieri a nome dei commercianti - e ci sono dei punti da correggere. L'occasione per farlo, prima della presentazione dell'atto in giunta, saranno le prossime sedute della commissione, durante le quali è stata chiesta anche un'audizione dei clienti dei locali (finora sono stati sentiti solo residenti e gestori). Inarca le sopracciglia anche Pietro Tatarella (Pdl) che chiede strategie più ampie per «equilibrare» la movida. Ad esempio, sostiene, «si potrebbero prevedere incentivi o l'esenzione dalla Cosap per chi apre locali e attività in periferia o al di fuori delle zone più inflazionate».

Con le linee di indirizzo il Comune punta a superare «con una forte condivisione politica» le vicende dei ricorsi presentati dalle associazioni del commercio contro l'ordinanza sindacale per la disciplina degli orari di chioschi, auto-negozi e sale giochi. L'amministrazione tiene in considerazione le sospensive concesse dal Tar ma impone, per quanto può, dei paletti alla liberalizzazione. E ingloba nelle aree dei divieti anche Porta Venezia.

La città è stata suddivisa in aree a «codice rosso» movida (Arco della Pace, Navigli, corso Como, parco delle Basiliche) e «codice giallo» (Sarpi, Brera, Porta Venezia) e in ognuna saranno imposti limiti orari entro cui servire bevande e tenere aperto. Ai Navigli si prosegue fino alle 3 (all'interno dei locali), un'ora in più rispetto all'Arco della Pace dove le serrande saranno abbassate entro le 2. Per tutti resta il divieto di somministrare bevande nei bicchieri di vetro dopo le 21. Limitazioni anche per gelaterie, i take away e gli artigiani: la vendita potrà proseguire fino all'una di notte.

La Lega chiede che fine abbia fatto il progetto per far traslocare parte della movida in nuove zone della città. «Se ne è parlato due anni fa ma non ne è stato fatto più nulla».

L'unica mossa del Comune per «decongestionare» Arco e Navigli dalle attività notturne è stata organizzare qualche evento in piazza Affari. Ma le feste all'aperto ai piedi del Dito di Cattelan si sono portate appresso tutti i difetti della movida vecchio stile: a cominciare dal mancato rispetto degli orari per non disturbare la quiete pubblica e il sonno dei residenti.

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